MANIFESTAZIONE PER LA PACE ROMA SABATO 5 NOVEMBRE

INFO PULLMAN DA TORINO

Partenza alle ore 00.00 (mezzanotte del 4 novembre) da Porta Susa lato corso Bolzano

Rientro a Torino previsto per le ore 2.00 con partenza da Roma per le ore 18.00

Quota di adesione 20€

 

INFO TRENI DA TORINO

Partenza alle ore 6.25 da TORINO Porta Nuova

Ritorno alle ore 20.05 da Roma Termini

Quota di adesione 50€

 

info per pagamenti e prenotazioni entro il 2 novembre

https://www.arcitorino.it/notizie/4659/manifestazione-nazionale-per-la-pace-roma-5-novembre-info-pullman-e-treni.html

Fondo Nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione anno 2022

Si rende noto che dal 24 ottobre fino al 30 novembre 2022 sono aperti i termini per la partecipazione al Bando per l’assegnazione di contributi ad integrazione dei canoni di locazione per l’anno 2022.
La domanda deve essere presentata dal 24 ottobre fino al 30 novembre 2022 esclusivamente utilizzando il modulo fornito gratuitamente dalla Città di Torino (che sarà messo a disposizione dal 24 ottobre e potrà essere scaricato dal sito della Città di Torino www.comune.torino.it/informacasa).
La domanda di partecipazione potrà essere presentata esclusivamente con le seguenti modalità:
– online sul portale dei servizi TorinoFacile, se in possesso dell’identità digitale SPID , CIE (carta di identità elettronica) o TS-CNS (Tessera Sanitaria-Carta Nazionale);
– via PEC all’indirizzo edilizia.residenzialepubblica.casa@cert.comune.torino.it in questo caso dovrà essere allegato:
. pdf oppure foto nitida del modello di domanda compilato in ogni sua parte;
. pdf o foto nitida del documento di identità;
– per posta con Raccomandata AR, entro il giorno 30 novembre 2022, allegando copia del documento di identità, esclusivamente all’indirizzo: Città di Torino – Divisione E.R.P.- Ufficio Servizi per la Locazione – Via Orvieto 1/20/A – 10149 Torino (per il rispetto del termine di scadenza, farà fede il timbro postale).
Per l’assistenza alla compilazione del modulo di domanda sarà possibile telefonare al n. 01101124300 dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle ore 12:00.
Qui di seguito si anticipano i requisiti per la partecipazione che saranno riportati nel testo del Bando di prossima pubblicazione.
REQUISITI FONDO 2022
A pena di esclusione, possono essere accolte le domande di soggetti che, alla data di apertura del presente Bando (24 ottobre 2022):
1) siano cittadini italiani o di uno Stato aderente all’Unione Europea. Possono partecipare anche i cittadini di Stati extra-europei oppure apolidi a condizione di essere in possesso di titolo di soggiorno in corso di validità;
2) abbiano la residenza nel comune di Torino;
3) siano titolari di un contratto di locazione esclusivamente ad uso abitativo, regolarmente registrato e con il canone regolarmente corrisposto, riferito all’alloggio in cui hanno la residenza anagrafica e di categoria catastale A2, A3, A4, A5 e A6 il cui canone annuo, escluse le spese accessorie, non sia superiore a euro 6.000,00;
4) siano in possesso di Attestazione ISEE 2022 in corso di validità al momento della presentazione della domanda dalla quale risulti: fascia a: valore del reddito complessivo riportato nell’attestazione ISEE 2022 alla voce SOMMA DEI REDDITI DEI COMPONENTI DEL NUCLEO uguale o inferiore a euro 13.619,58 equivalente al doppio del valore di una pensione minima INPS per l’anno 2022 e incidenza del canone di locazione, regolarmente corrisposto, e al netto degli oneri accessori sul reddito complessivo risultante dalla attestazione ISEE 2022 superiore al 14%. Per la fascia a il valore ISEE deve essere inferiore a euro 21.752,42 (limite 2022 per l’accesso all’edilizia sociale); o in alternativa
fascia b: valore del reddito complessivo riportato nella attestazione ISEE 2022 alla voce SOMMA DEI REDDITI DEI COMPONENTI DEL NUCLEO superiore a euro 13.619,58 ma inferiore a euro 25.000,00 rispetto al quale l’incidenza del canone di locazione, regolarmente corrisposto, e al netto degli oneri accessori sul reddito complessivo risultante dalla attestazione ISEE 2022 risulti superiore al 24%. Per la fascia b il valore ISEE deve essere inferiore a euro 21.752,42 (limite 2022 per l’accesso all’edilizia sociale);

5) non siano assegnatari di alloggi di edilizia sociale e conduttori di alloggi fruenti di contributi pubblici;
6) non siano conduttori di alloggi che hanno beneficiato di contributi erogati dalla Regione Piemonte per contratti stipulati nell'anno 2022 tramite le Agenzie sociali per la locazione (ASLo);
7) non siano conduttori di alloggi che hanno beneficiato di contributi del Fondo per la Morosità incolpevole (FIMI) erogati nell’anno 2022;
8) non siano titolari di diritti esclusivi di proprietà, usufrutto, uso e abitazione su uno o più immobili (di qualunque categoria catastale) ubicati in qualsiasi località del territorio italiano; concorre a determinare l’esclusività del diritto di proprietà, usufrutto, uso e abitazione, anche la somma dei diritti parzialmente detenuti dai componenti il medesimo nucleo familiare sullo stesso immobile; tale requisito vale per tutti i componenti del nucleo familiare.
La disposizione non si applica:
– nel caso di nuda proprietà; – nel caso di alloggio che risulti inagibile da certificazione rilasciata dal Comune;
– nel caso il richiedente, legalmente separato o divorziato, per effetto di sentenza o accordo omologato ai
sensi della normativa vigente, non abbia la disponibilità della casa coniugale di cui èproprietario.
Possono accedere ai contributi del Fondo sostegno locazione 2022 i conduttori nel cui nucleo familiare vi sia un percettore del reddito/pensione di cittadinanza. Tuttavia i Comuni, secondo quanto previsto dal Decreto ministeriale 13 luglio 2022, sono tenuti, successivamente alla erogazione dei contributi, “a comunicare all’INPS la lista dei beneficiari, ai fini della compensazione sul reddito di cittadinanza per la quota destinata all’affitto”.
Documenti scaricabili:
1) Fondo Nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione anno 2022 (.pdf)

2) Istruzioni alla compilazione del modulo

3) Modulo di partecipazione (.pdf)

Noi ripudiamo la guerra, di Alessandra Algostino

Pace e giustiziaè scritto nell’art. 11 della Costituzione. La pace è giusta, non la guerra; nella pace si costruisce un cammino di emancipazione di ciascuno e di tutti. La guerra esprime dominio.
La Costituzione nata dalla Resistenza, nel costruire una democrazia pluralista, conflittuale e sociale, armonicamente, sancisce il principio pacifista, rinnegando e rifiutando il fascismo con la sua violenza, la sua guerra di aggressione, la sopraffazione, la violazione dei diritti, la negazione del conflitto; quel fascismo le cui ombre si estendono sul presente, con il nazionalismo (iconicamente il ministero del made in Italy) coniugato con un neoliberismo senza spinto (un solo esempio, il ministero dell’istruzione e merito), ma con diritti ridotti ai minimi termini (il ministero delle pari opportunità che assume inquietanti riferimenti alla natalità è emblematico…).
Oggi la guerra, con il suo armamentario militarista, la sua violenza, la sua disumanizzazione, i suoi orrori, è tornata prepotentemente in Europa, dopo il conflitto nella ex-Jugoslavia, e dopo essere stata combattuta su vari teatri sparsi per il mondo e sotto vari nomi: operazioni speciali, umanitaria, contro il terrorismo, preventiva. Adesso è la guerra per la difesa dei valori occidentali, della democrazia contro l’autocrazia, mentre – per inciso – continuiamo a stringere accordi con altri autocrati per esternalizzare le frontiere ovvero delocalizzare la tortura e condurre un vero e proprio genocidio dei migranti…
La democrazia è compagna della pace, non della guerra, è la pace il terreno nel quale si può esprimere il conflitto sociale, non la logica identitaria amico-nemico, è la pace il terreno nel quale i diritti vengono garantiti e si possono costruire emancipazione, giustizia sociale e ambientale; la guerra si accompagna alla sopraffazione, a violazioni dei diritti, alla diseguaglianza e al dominio. Scrive Calamandrei: «Totalitarismo e dittatura all’interno significano inesorabilmente nazionalismo e guerra all’esterno», e viceversa, si può aggiungere.
Siamo avvolti in una spirale di estremizzazione che si spinge sino a inserire nell’orizzonte del possibile un suicida olocausto nucleare e una devastante terza guerra mondiale, mentre avanza incontrastata la catastrofe ambientale e le diseguaglianze sociali si fanno sempre più insopportabili. La guerra si sta tragicamente normalizzando, anestetizza il senso di umana indignazione e solidarietà e nello stesso tempo arruola cittadini sempre più narcotizzati da un’informazione semplificatrice e acritica, incapace di ragionare nella prospettiva della complessità, nella sua logica di escalation, di eroica vittoria o resa. La resa è pensare che non ci siano altre vie che il combattimento … fino all’ultimo ucraino. Ci sono altre vie, e sono necessarie e urgenti: il cessate il fuoco, una conferenza di pace, la diplomazia e una soluzione politica. E poi il disarmo… Un sogno? Come diceva Eduardo Galeano, “delirar por un ratito”, per costruire un altro mondo… possibile e necessario. La guerra – lo sottolineo ancora ‒ appartiene alla storia del dominio, dell’oppressione; la pace a quella dell’emancipazione.
Come nel 2003, quando centodieci milioni di persone in tutto il mondo, tre a Roma, hanno reso il movimento pacifista “seconda potenza mondiale”, dobbiamo costruire una forte pressione dal basso. Scriveva Gramsci: i «discordi» sono disposti «in un pulviscolo individuale e disorganico» e una sola forza, controllando gli «organi dell’opinione pubblica: giornali, partiti, parlamento», modella «l’opinione e quindi la volontà politica nazionale». Oggi non siamo pulviscolo, ma una forza organizzata in tante piazze per dire no alla guerra, con gli stessi toni energici con cui si è scelto di ripudiare la guerra: ripudiarla, non condannarla o rinunciare ad essa, perché ripudio è un termine più energico, ha più forza. Oggi siamo qui per ripudiare la guerra, esigere la pace, rivendicando la possibilità di immaginare e costruire un altro futuro possibile, i cui cardini sono ancora quelli della Costituzione nata dalla Resistenza: pace e giustizia.

Alessandra Algostino, docente di Diritto costituzionale nell’Università di Torino, studia da sempre i temi dei diritti fondamentali e delle forme di partecipazione politica e di democrazia diretta con particolare attenzione alla loro concreta attuazione.

Torino e il grattacielo della Regione, di Giovanni Vighetti

Questo articolo sull’insostenibile storia del grattacielo torinese per la nuova sede della Regione Piemonte potrebbe anche cominciare così:

«Vorrei esprimere la vicinanza mia e di tutti noi ai familiari delle vittime. Al momento sono 10 i morti ma la situazione è in evoluzione. Alla fine della conferenza stampa andrò nelle Marche. Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo Stato d’emergenza con cinque milioni per i primi aiuti». Così il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri (la Repubblica, 16 settembre 2022). Oppure così: il 23 ottobre 2011 viene inaugurato l’ascensore per l’accesso al Forte di Exilles (TO) e il giorno scelto per l’inaugurazione non è stato casuale: «È la risposta che la comunità piemontese ‒ afferma l’assessore (Michele Coppola, ndr) ‒ ha deciso di dare durante la manifestazione No Tav, per ribadire come innovazione e tecnologia siano leve centrali per lo sviluppo della Valle», e ancora: «Nel giorno dei No e di chi è sempre contro — ha detto Coppola — la Val di Susa celebra un suo storico simbolo, il Forte di Exilles, che si presenta al pubblico rinnovato negli spazi, grazie al nuovo ascensore scavato nella roccia e alla mostra olimpica» (la Repubblica, 24 ottobre 2011). L’ascensore è costato cinque milioni, cifra uguale a quella stanziata dal Governo Draghi all’indomani dell’alluvione nelle Marche, e il Forte di Exilles, lasciato senza risorse finanziarie e progettualità, è stato chiuso poco dopo la folle spesa per l’ascensore oltretutto fortemente impattante sulla morfologia della roccia che sostiene quest’opera magistrale, da sempre inserita nello storico sistema difensivo del Piemonte. Cinque milioni per un ascensore sono una follia, o forse altro; cinque milioni per una tragedia come l’alluvione nelle Marche, seppur verniciati come primo intervento, sono offensivi. Eppure nessuno ha mosso alcuna osservazione al verbo-agenda draghiana, per sudditanza e anche perché si è smarrita, completamente, la capacità di criticare chi detiene il Potere. Risulta ormai disperso anche il comune buon senso di valutazione se un finanziamento per gli alluvionati delle Marche è uguale al costo di un ascensore… e se si può invece spendere una cifra da capogiro per costruire un grattacielo.

E quindi adesso torniamo al grattacielo torinese, futura nuova sede della Regione Piemonte, inaugurato il 14 ottobre ma che diventerà operativo nel 2023. Con che coraggio si è potuto tagliare il nastro d’inaugurazione a quest’opera che ha scandalosamente richiesto 11 (undici) anni di lavori, segnati da modifiche che hanno stravolto il progetto dell’architetto Massimiliano Fuksas, approvato nell’ancor più lontano 2007, e segnati da alcune inchieste giudiziarie, da casi di corruzione, da utilizzo di materiali scadenti e altro ancora? Il taglio di questo nastro presenta un conto che ha dell’incredibile: 336 (trecentotrentasei) milioni di euro (La Stampa, 18 giugno 2021), cifra enorme e spesa inaccettabile se si guardano, ad esempio, i pesanti tagli operati nella sanità.

Torino ha un centro storico poco valorizzato ma molto bello, ampio e omogeneo, in cui spicca per altezza solo la Mole Antonelliana (167,50 metri di altezza), oggi sede del Museo Nazionale del Cinema. Segue il grattacielo di Intesa San Paolo (167,25 metri di altezza), e poi sopravanza il grattacielo sede della Regione Piemonte alto 209 metri. Per raggiungere questo ambìto primato fu approvata nel 2006 una variante al Piano Regolatore che prevedeva e limitava come altezza massima degli edifici i 167,50 metri della Mole Antonelliana, simbolo della Città.

Il confronto tra i due grattacieli è desolante: stessa la data di inizio lavori nell’anno 2011 ma operativa, dall’aprile 2015, è solo la nuova sede di Banca Intesa San Paolo mentre il grattacielo della Regione è, ancora oggi, in fase di ultimazione e con costi di costruzione ben maggiori di quanto preventivato. Meriterebbe una precisa ricostruzione la lunga querelle sostenuta dall’architetto Fuksas che ha denunciato, in più occasioni, lo stravolgimento del suo progetto da parte della committenza con l’impiego del cemento armato al posto dell’acciaio con lo scopo di favorire determinate aziende o l’utilizzo di materiale scadente, e inoltre l’accusa ipotizza anche materiale pagato caro e mai entrato nei cantieri per un valore di 15 milioni. E da tempo l’architetto, che non ha partecipato all’inaugurazione, ha preso le distanze da un’opera che non rispecchia assolutamente il suo progetto.

Negli anni che vedono susseguirsi come presidenti regionali Mercedes Bresso, Roberto Cota, Sergio Chiamparino e Alberto Cirio, una grave incompetenza nel controllo tecnico e politico sull’esecuzione dell’opera ha causato un colpevole ed enorme spreco di risorse pubbliche ma nessun politico è stato chiamato a risponderne, e con questo vergognoso precedente fallimentare non si può che essere pessimisti e preoccupati per la realizzazione del Parco della Salute di Torino, operazione, ben più complessa della costruzione di un grattacielo, che vuole ridisegnare l’organizzazione sanitaria piemontese.

Giovanni Vighetti vive a Bussoleno ed è esponente del Movimento No Tav

 

Uomini o assessori ? (direbbe Totò) di Gianfranco Vitale

Ecco un esempio cosa avviene sul versante “Salute e problematiche dei soggetti disabili” in Piemonte, grazie alle scelte scellerate della giunta regionale di centro destra.
Mio figlio autistico è ospite di una comunità residenziale di Torino. Trascorre a casa con me ‒ quasi regolarmente – tutti i fine settimana. Con mio grande stupore da un paio di mesi mi viene richiesto di esibire, ogni volta che vado a prenderlo, il Green Pass. All’inizio ho pensato a uno scherzo ma il coordinatore della struttura mi ha spiegato che, come comunità, devono attenersi scrupolosamente alle disposizioni emanate dall’assessore regionale alla salute (Luigi Genesio Icardi) di concerto, ovviamente, con il presidente della Giunta regionale (Alberto Cirio). Sanno questi “simpatici giocherelloni” che tale obbligo è previso, a norma di legge, solo per coloro i quali devono accedere “all’interno” delle strutture sanitarie? Sanno che (invece) i familiari, in quanto appestati, vengono tenuti “all’esterno” a doverosa distanza dall’ingresso delle strutture sanitarie e di quelle ad esse assimilate?
Ho regolarmente completato il booster vaccinale e l’ho esibito in piena pandemia ovunque mi è stato giustamente richiesto. Trovo semplicemente demenziale ‒ mi rendo conto che è un termine fin troppo generoso nei confronti della coppia Cirio&Icardi ‒ che mi venga richiesto di mostrarlo a chi ne è ben a conoscenza, con conseguente inevitabile perdita di tempo da parte mia (e del personale incaricato di verificarlo) e soprattutto con l’effetto, che si ripete puntualmente, della pesante agitazione di una persona autistica come mio figlio, i cui problemi – al pari di quelli di ogni altra persona autistica ‒ sono completamente ignorati da politici impreparati di questo calibro e da corti di funzionari incompetenti.
Se non fossi stato chiaro è come se persone che conoscono perfettamente la mia identità mi chiedessero ogni volta di mostrare il documento di riconoscimento.

Cari Cirio e Icardi non vi sembra ridicolo tutto questo? Non vi fa effetto essere così patetici? Temo di no. Perché?

Perché avete ampiamente superato il senso del ridicolo! Naturalmente non escludo affatto che in questo eterno e patetico gioco del cerino, tipicamente italiano, i personaggi richiamati scarichino le proprie responsabilità sul ministro Speranza (che per inciso giudico altrettanto incapace come tutto il governo degli ex migliori). Le regioni sono bravissime a rivendicare la “loro” autonomia quando in gioco ci sono i “loro” interessi, negli altri casi delegano allo Stato…
È oltremodo frustrante trovarsi di fronte a questa banda di inetti che rendono ancora più difficile la vita di genitori già duramente provati ogni giorno da mille difficoltà. Genitori abbandonati a sé stessi, di cui ci si ricorda, ovviamente, solo alla viglia di elezioni in cui in ballo ci sono clientele e poltrone.
Questi (stra)parlano di fragilità dei nostri figli, nonostante abbiano solo 20, 30, 40 anni… I veri fragili sono proprio le persone ai vertici delle istituzioni. Fragili, anzi fragilissimi ‒ come la vicenda dimostra ‒ soprattutto dal punto di vista cognitivo (ben al disotto dei nostri figli)! Dopo avere sfasciato la sanità completano l’opera con questi provvedimenti farlocchi che si possono spiegare solo in quanto opera di poveretti o, se si preferisce, di dilettanti allo sbaraglio.

Gianfranco Vitale è nato a Catanzaro il 7 agosto 1949. Dopo essersi laureato in Scienze Politiche all’università di Roma si è trasferito a Torino dove, a partire dal 1976, ha iniziato l’attività di docente di scuola media superiore. E’ padre di un uomo autistico inserito in una residenza sanitaria per disabili. È autore dei libri “Mio figlio è autistico” e “L’identità invisibile. Essere autistico, essere adulto”.

Preparazione della giornata contro la povertà e l’esclusione sociale organizzata a Roma il 5 novembre

 

l’incontro di venerdì pomeriggio alle 18.00 in via Trivero con le organizzazioni cittadine coinvolte nella preparazione della giornata contro la povertà e l’esclusione sociale organizzata a Roma il 5 novembre e poi confluita nella manifestazione nazionale per la pace della stessa giornata. Sarà l’occasione per creare una rete territoriale anche in vista delle prossime giornate di mobilitazione.

 

sabato pomeriggio ci sarà anche a Torino, come in molte città d’Italia, una manifestazione per la pace

Comunicato stampa
Conferenza stampa per illustrare le prossime iniziative per la pace in Ucraina
del 22 ottobre e del 5 novembre
La guerra in Ucraina continua in una escalation sempre più pericolosa e drammatica.
Nonostante le voci che salgono da tutto il mondo, tra queste quella autorevole di papa Francesco,
sembra che i governanti siano sempre più decisi a percorrere la strada fino alla “vittoria” militare.
Ora abbiamo anche la minaccia dell’uso delle armi nucleari.
Cresce anche l’opposizione alla guerra, in Russia con l’evidente rifiuto dei giovani di andare a
farsi ammazzare per i sogni di gloria di Putin, da noi con le prese di posizione di sempre più
personalità ed associazioni della società civile.
Il cartello “Europe for peace” che mette insieme diverse associazioni ha indetto una 3 giorni di
mobilitazione per fermare la guerra dal 21 al 23 ottobre prossimo in tutte le città d’Italia e una
manifestazione nazionale per la pace a Roma per il prossimo 5 novembre con la seguente
piattaforma:
– CESSATE IL FUOCO SUBITO – NEGOZIATO PER LA PACE
– METTIAMO AL BANDO TUTTE LE ARMI NUCLEARI
– ONU CONVOCHI UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE DI PACE
– SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO UCRAINO E CON LE VITTIME DI TUTTE LE
GUERRE
Il coordinamento A.G.iTe. contro le armi atomiche tutte le guerre e i terrorismi aderisce con
convinzione a questi appuntamenti ed ha convocato una
manifestazione a Torino per il 22 ottobre prossimo.
Per presentare queste manifestazioni ed illustrare le posizioni dei movimenti per la pace
INVITA
giornalisti, rappresentanti delle associazioni interessate e delle istituzioni torinesi ad una
conferenza stampa che si terrà
mercoledì 19 ottobre alle ore 11
presso il Centro Sereno Regis, via Garibaldi 13, Torino
Alleghiamo volantino della manifestazione a Torino del 22 e manifesto di convocazione di
Europe for peace.
Per il Coordinamento A.G.iTe.
Paolo Candelari
(x info tel 338 5920901)
Torino, 17 ottobre 2022

pace-conferenza stampa 19ottobre

Appunti di Mario del 18/10/2022

 

ANCORA SU ELEZIONI 2022

Riflettono le grandi incazzature della borghesia italiana (Confindustria) che paga la subordinazione del Capitale finanziario europeo a quello USA con la guerra russo ucraina.

La campagna elettorale da parte dei grandi gruppi finanziari ha dovuto essere anticipata per le dimissioni di Draghi e quindi è stata condizionata da questo anticipo dovendo accelerare la formazione della componente centrista di Azione ( Calenda)  e dovendo rinunciare in pratica alla formazione politica di Di Maio (Impegno civico) che stavano costruendo, e dovendo riutilizzare ancora Renzi.

Questo ha fatto sì che l’ipotesi iniziale di far sparire i 5 Stelle per dar vita ha un governo formato da PD, Azione, Italia Viva, Impegno civico è saltata.

Il capitale finanziario, schierato contro il centro-destra che in qualche modo rappresenta gli interessi della borghesia nazionale, ha dovuto accelerare su Azione, staccandola dal PD e cercando di far convergere su di essa la gran parte del centro creando così il terzo polo per condizionare eventualmente sia  il PD che la FdI.

Nel contempo la scomparsa di Di Maio (che si è dovuto unire in fretta con Tabacci e schiacciato da Renzi/Calenda) ha ridato fiato ai 5 stelle che sono tornati in auge cercando di recuperare più voti possibile dal campo degli astenuti e da PD.

Ma il voto ha comunque premiato lo schieramento del centrodestra In particolare Fratelli d’Italia, che ha beneficiato del fatto di essere stata l’unica opposizione al governo Draghi.

La lega e Fratelli d’Italia sono state penalizzati e ciò nonostante  Forza Italia, oggetto di un’opera di sottrazione di personale politico sia da parte del capitale finanziario verso Azione sia da parte di Fratelli d’Italia, grazie ha un’ottima campagna elettorale del solito Berlusconi ( Mediaset e Monza vittorioso contro la Juve la domenica prima del voto),  è riuscita a pareggiare i conti con la lega condizionando quindi in qualche modo tutta la coalizione di centro-destra che dovrà fare i conti con Fratelli d’Italia ( formazione politica ormai a carattere personale e del gruppo Mediaset)  comunque in qualche modo collegata al grande capitale finanziario (E per questo rimane l’anello debole della  coalizione).

Meloni Sarà costretta a creare un partito di lotta e di governo per non lasciare agli alleati o all’opposizione anche questo ruolo.

Una parte del grande capitale finanziario italiano/europeo (Fiat, Luxottica, ecc.) ha già da tempo abbandonato l’Italia per trasferirsi all’estero (Gran Bretagna Olanda)  e per questo motivo non è riuscito a determinare appieno l’esito elettorale a suo favore.

Cercherà con Azione di condizionare il nuovo governo, intanto ponendosi come alternativa a  Forza Italia (già fatto in occasione delle elezioni di La Russa alla Presidenza del Senato)  o comunque  lavorare di sponda.

Il PD è costretto all’opposizione,  il leit motiv ‘fascismo’, ‘razzismo’, non solleverà certo il malcontento operaio che potrà rimanere terreno di azione per i 5 Stelle e di quello che rimane  della sinistra parlamentare oppure sarà terreno anche delle destre, che con l’abolizione della legge Fornero sulle pensioni sembra stiano già cavalcando la questione.

Letta è bruciato.

I 5 Stelle che rappresentano il Sud più la Appendino ( in qualche modo Torino, la Fiat ?)

A livello internazionale la caduta di Draghi ( e del governo svedese + Truss, ecc.) preoccupano Von der Leyen, ma anche Biden.

Draghi prima di lasciare il governo a Meloni ha fatto la trottola in giro per l’Europa con riunioni,  Macron,  Ucraina, ITA,  addestratori, Tetto al Gas per chiudere su tutta una serie di questioni interessanti al capitale finanziario euro-atlantico prima dell’insediamento di Meloni.

Ma ora le cose cambieranno, ovviamente con le dovute manfrine diplomatiche.

Appunti di Mario del 28/09/2022

 

MIE BREVI CONSIDERAZIONI SUL GOVERNO MELONI

Le recenti elezioni politiche in Italia hanno dato i seguenti risultati:

1 – Il capitale finanziario euro-atlantico che con  Draghi  aveva controllato l’esecutivo italiano  non è riuscito  a riprendere il controllo con le formazioni politiche che a Draghi si richiamavano (Azione di Calenda e Renzi) o che  comunque riproponevano la cosiddetta Agenda Draghi (PD).

2 – Fratelli d’Italia  beneficiando di 2 anni all’opposizione contro il governo di unità nazionale diretto da Draghi non solo ha mantenuto il suo serbatoio elettorale burocratico militare del centro/sud ma anche incrementato i suoi voti al nord,  storico terreno di caccia di Forza Italia e della Lega.

3 – Sintetizzando si può dire che la coalizione di centro-destra, vincendo le elezioni, si è posta come rappresentante di tutta la borghesia italiana che vuole trattare col capitale finanziario euro/atlantico da posizioni autonome migliori condizioni senza dover dipendere direttamente dalla Commissione europea diretta da Von der Leyer.

4 – Alcune cose potranno essere ridiscusse  o comunque riequilibrate:

  • In Europa, con la vittoria del centrodestra in Italia, si rafforzano le posizioni di chi rivendica una maggiore autonomia nazionale rispetto al processo di unificazione Europea rappresentate dai partiti di centro-destra;
  • e per l’Italia ciò potrà forse anche voler dire  ridiscutere l’impegno verso la guerra Russo Ucraina. Non potranno non pesare sul nuovo Governo gli interessi di chi intende riprendere in qualche misura i rapporti economici con la Federazione Russa;
  • E poi la revisione e magari anche il ridimensionamento del PNRR  che per l’Italia prevede non solo capitali a fondo perduto ma anche consistenti prestiti che potrebbero sottomettere lo Stato italiano ai diktat della UE;

5 – Certamente il nuovo governo Meloni dovrà prendere in mano la patata bollente che Draghi con le dimissioni ha evitato di prendere e che gli consegnerà.

Draghi da un lato ha fatto di tutto  in questi ultimi mesi  per accelerare il PNRR, per legare  finanziariamente l’Italia all’Europa, e dall’altro per non  assumersi la responsabilità di modificare la legge di bilancio per far fronte alla catastrofe economica che si sta avvicinando anzi che ormai incombente.

6 – Il governo di centro-destra nel giro di pochi mesi,  di pochi giorni,  dovrà affrontare da un lato sul terreno internazionale l’escalation della guerra Russo Ucraina, dall’altro la crisi economico industriale che si sta abbattendo sull’Italia per la carenza e  l’aumento dei prezzi  delle materie prime e in generale di tutti i beni.

7 – Ma il governo dovrà anche affrontare velocemente, di conseguenza, il malcontento sociale  che non tarderà a manifestarsi in tutta Italia, e già in parte è presente, in ogni settore, in ogni strato sociale.

8 –  È enormemente sbagliato far ricadere da un punto di vista politico  il peggioramento di vita e di lavoro che ogni strato sociale  sarà costretto ad affrontare al fascismo. (Questa sarà la propaganda dell’opportunismo, PD, CGIL …)

E’ il modo di produzione capitalistico la causa fondamentale della crisi politico militare  economica e sociale  che è presente in tutta Europa.

Far cadere la colpa sul fascismo,  che è una delle tante ideologie borghesi,  significa dare risposte sbagliate alla domanda del perché sta succedendo tutto questo.

È il modo di produzione capitalistico la causa delle guerre delle crisi economiche sociali.

Il compito principale della classe  lavoratrice è quello di organizzarsi,  organizzarsi,  organizzarsi per difendere le proprie condizioni di vita per una nuova società non più dominata dal profitto.