Una squadra armata di mercenari e bodyguard privati ha attaccato nella notte il presidio degli operai FedEx/TNT, fuori dal magazzino Zampieri di Lodi

L’ombra dello squadrismo sta calando sull’Italia. Non è un titolo acchiappa-attenzione. Avete il dovere (esatto, non il diritto) di conoscere quello che succede appena fuori dalle vostre città.
Hanno lasciato a terra un lavoratore, in fin di vita. Una squadra armata di mercenari e bodyguard privati ha attaccato nella notte il presidio degli operai FedEx/TNT, fuori dal magazzino Zampieri di Lodi. La polizia è rimasta a guardare, per 10 minuti, senza muovere un dito, mentre mattoni, bastoni e bottiglie piovevano in testa ai lavoratori.
Questi facchini sono in lotta da mesi contro più di 250 licenziamenti, che sono il modo con cui la multinazionale gli sta facendo pagare le lotte sindacali degli scorsi anni, con cui hanno conquistato il rispetto dei contratti e condizioni più umane di lavoro.
Uso la parola “squadrismo” perché è la parola giusta. Non è quello folkloristico e un po’ ridicolo dei nostalgici del duce. È uno squadrismo vero, moderno, efficiente, fatto di mercenari mossi dai soldi senza neanche bisogno dell’ideologia. È all’opera, non sotto i vostri occhi ma nel cuore e negli ingranaggi di questo sistema; nei magazzini dove migliaia di esseri umani fanno muovere le merci che finiscono tra le vostre mani. La sua funzione sociale e politica è la stessa di quello che si studia sui libri di storia.
Bisogna rompere l’omertà, rompere il muro di gomma dell’informazione e della stampa, imporre ai giornali di parlare di queste cose. Vi raccontano la favola della democrazia, ma nel cuore della produzione e della distribuzione c’è già una dittatura di ferro, c’è il “regime dei padroni” per citare l’espressione che usava un noto sindacalista.
Serve una grande risposta generalizzata, combattiva, di solidarietà attorno alla lotta degli operai FedEx, che in questi giorni sono un esempio per i lavoratori di tutto il paese, che nei prossimi mesi vedranno abbattersi un’ondata di licenziamenti.
Non si può più restare indifferenti. Che altro ancora deve succedere?

Paolo Spena