E’ stata una manifestazione sorprendente per la partecipazione, visti i tempi e vista anche la scelta di CGIL CISL UIL e autorità di isolarsi, rinchiudendosi nel Comune di Torino e proiettando i loro interventi su un megaschermo in Piazza San Carlo, iniziativa passata nell’indifferenza pressochè generale.
Almeno in 3.000 si sono dati appuntamento in due concentramenti.
Uno è partito da Piazza Vittorio ed ha raggiunto il presidio che lo attendeva in Piazza Castello.
Hanno aderito:
Assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici combattivi – Piemonte; Mamme in piazza per la libertà di dissenso; Fridays For Future; SI Cobas Torino; CUB Piemonte; USB Piemonte; Dobbiamo Vivere Lavoratori disoccupati e precari; NO TAV Torino e Cintura; Fronte della Gioventù Comunista – Torino; Partito Comunista dei Lavoratori – Torino; Potere al Popolo – Torino; Rete dei Comunisti -Torino; Cambiare Rotta – Noi Restiamo Torino; Fronte Popolare – Torino; Rifondazione Comunista; Sinistra Anticapitalista; Partito Comunista Italiano
Lavoratori e lavoratrici, disoccupati e disoccupate, studenti e studentesse, pensionati e pensionate. Per rivendicare: la garanzia di salario per tutti, un lavoro dignitoso e con un orario ridotto per lavorare meno ma lavorare tutti, per opere utili alla società e non che servano a produrre solo profitti devastando il territorio e il clima, contro la repressione, per la libertà sindacale, di manifestazione e di sciopero, per il permesso di soggiorno europeo indeterminato per tutti, contro le missioni militari all’estero.
Sono intervenuti, molto applauditi, i Fridays for Future, per la prima volta in piazza, contestando il piano per la transizione ecologica che dietro il green washing nasconde le solite logiche di finanziamento delle produzioni inquinanti;
Nicoletta Dosio per il Movimento NO TAV, ha messo l’accento su come viviamo un evento storico che dovrebbe farci ripensare interamente il sistema di sviluppo odierno; la logica delle grandi opere sottrae risorse e possibilità ad una sanità territoriale che sia in grado a rispondere all’emergenza, a scuola ed università, alla riconversione ecologica e ad un lavoro che non sia sfruttamento e precarietà, ma che sia utile e giusto.
La presenza delle forze dell’ordine non è stata certamente discreta, il numero di agenti in tenuta antisommossa a scudi levati era piuttosto imponente. Chi scrive aveva già lasciato la piazza quando è giunta la notizia che una carica cosiddetta “di alleggerimento” è partita davanti al Palazzo della Regione. La manifestazione ha provato a dirigersi verso il Comune dove si teneva la celebrazione istituzionale per rivendicare la necessità di un cambio di direzione rispetto alle politiche che sono state messe in campo nel PNRR nazionale e regionale. La polizia ha caricato il corteo a freddo ferendo tre manifestanti alla testa.
Diciamo, da quello che ci è stato riferito e per usare un eufemismo, che si è trattato di eccesso di zelo, non raro in queste occasioni.
Non si può in questo caso parafrasare la famosa sequenza del film Frankestein Junior: “Poteva andare peggio, poteva piovere” perchè in quel momento aveva preso a diluviare.