Appunti di Mario del 06/10/2022
IL GOVERNO DRAGHI
Il governo Draghi ha rappresentato il controllo diretto del capitale finanziario Europeo sul Governo italiano.
Nel momento in cui l’Europa aveva deciso, nel corso della pandemia, di stanziare 200-300 miliardi Italia ( in parte a fondo perduto e in parte sotto forma di prestiti), ottenuti dal governo Conte, ha anche preteso da Mattarella uno stretto controllo sulla loro destinazione al fine, ipotizzo, di fornire al capitale europeo, ormai chiuso a est a sud, una nuova area di sviluppo, al fine di avere un volano per un rilancio della produzione e del PIL europeo ormai da anni a livelli di incremento limitatissimi.
Questo incremento secondo il capitale finanziario europeo poteva essere garantito solamente realizzando importanti riforme strutturali e sovrastrutturali dando soldi ad alcuni grandi gruppi nazionali e internazionali ( Ferrovie, Fiat, eccetera).
Messo a punto da Draghi entro la fine dello scorso anno il PNRR italiano con la distribuzione dei fondi per capitoli e per grandi opere, restava la regolamentazione, l’avvio di tali lavori.
A dicembre dello scorso anno infatti, nel discorso di fine anno, Draghi disse esplicitamente che il suo lavoro era terminato che ormai era un pensionato a disposizione dell’Italia per succedere, e l’han capito tutti, a Mattarella al fine di controllare che tale piano si potesse realizzare in modo completo.
Il Parlamento italiano ha rifiutato Draghi rifiutando così il controllo diretto del capitale finanziario europeo ( e statunitense). (Bene sarebbe ricostruire quei momenti)
Visto il fallimento dell’operazione, Draghi ha cercato di accelerare sulla regolamentazione e l’avvio dei lavori.
Ma nel frattempo è scoppiata la guerra Russo Ucraina e il PNRR di fatto è andato a farsi benedire in Italia e in Europa molti dei soldi destinati al PNRR saranno destinati a fronteggiare la crisi economica e l’impegno militare deflagrati con la guerra.
A questo punto Draghi ha utilizzato la prima occasione che si è posta per dimettersi e lasciare ad altri il lavoro ( probabilmente per liberarsi anche in vista di nuovi incarichi “di alta responsabilità”).
Ma questa è stata l’occasione buona per i partiti populisti ( 5 Stelle e lega) i quali, per vari motivi (Di Maio, balneari, eccetera), per far saltare il banco.
Tornando a Prospettiva, Draghi ha fatto quello che poteva fare nella specifica situazione italiana.
E quindi il dilemma: riuscirà o non riuscirà a ridurre la piccola borghesia è stata una domanda sciocca da non porre neppure.
La questione importante per i comunisti è quella di saper leggere ciò che sta succedendo nella maniera più corretta possibile e nei tempi più brevi possibili affinché l’ipotetico partito, che qualcuno neppure si pone in termini organizzati, ma solo in termini altamente teorici, non debba essere alla coda degli avvenimenti.
(P.S.: La Libia è un corollario)