Ho conosciuto Mario Luigi Tozzi (Lucera 1947-Torino 2014) nel 1969 all’Accademia Albertina di Torino, eravamo entrambi allievi del primo anno alla scuola di pittura del professor Piero Martina e da allora abbiamo spesso condiviso il percorso artistico e quello di vita, anche in compagnia dell’amico fotografo Tommaso Mattina.
Dal 1975 al 1980 siamo stati soci fondatori e artisti dello storico Studio 16/e che inaugurò a Torino mostre di artisti d’avanguardia dell’est Europa, allora poco noti, come Natalia LL, Radomir Damnjan, Endre Tot e Rasa Todosijevic (per citarne solo alcuni).
Nel corso della nostra avventura artistica abbiamo attraversato entrambi varie fasi di ricerca. Mario Luigi Tozzi ha iniziato con un lavoro concettuale basato sul ricordo e sulla memoria, recuperando vecchie lettere e fotografie ed esaltandone e consacrandone il loro potere evocativo.
Dopo varie esperienze legata alla scultura, realizzata con materiali diversi, negli anni Novanta del Novecento, ritorna alla pittura.
Mario Luigi Tozzi amava scrivere ma il suo rapporto con la scrittura, seppure molto fervido e poetico, era intimo e riservato e sarebbe auspicabile in un prossimo futuro condividerlo pubblicamente.
Siamo stati colleghi nell’insegnamento di Discipline Pittoriche nei vari licei del Piemonte e poi a Torino fino al nostro pensionamento, ma soprattutto grandi amici.
Le opere esposte in questa mostra fanno parte della serie di “Sconosciuti” che hanno caratterizzato la sua ricerca negli ultimi decenni.
Solo qualche volta le sue figure di “Sconosciuti” hanno una connotazione di genere, spesso sono indefiniti, come a voler rappresentare l’essere umano come tale, in tutta la sua essenza e la sua completezza di maschile e femminile, fusi insieme.
Una delle costanti che ricorrono nelle sue opere sono gli sfondi, il cielo, sempre presente e mutevole, con le diverse tonalità dell’alba e del tramonto e il contesto naturale.
Gli “Sconosciuti” sono quasi sempre inseriti in un paesaggio, un vento benevolo muove le loro capigliature e sono in piacevole contatto con la natura. Spesso sono accompagnati dalla presenza di uno o più animali che sembrano vivere in simbiosi con l’umano ed osservare con lo stesso sguardo lo spettatore, infondendo un senso di pacatezza e appagamento, solo raramente velato di malinconia. A volte appaiono anche oggetti e strumenti musicali, tanto cari a Mario perché anch’essi compagni di vita.
Il suo mondo pittorico non è altro che ciò che Mario Luigi Tozzi auspicava per sé e per gli altri, una condizione ideale di convivenza simbiotica del genere umano con la natura e il mondo animale, una visione ideale di fratellanza assoluta e di complicità, forte e palpabile, che sta a noi non spezzare ma vivere come una condizione naturale.
Sconosciuti, a volte sereni e a volte con un senso solo apparente di smarrimento che si interrogano e ci interrogano sul nostro paradiso perduto.
Santo Leonardo
L’iniziativa è curata dall’Associazione Volerelaluna, nata nel 2018, la cui struttura si articola sia a livello nazionale che a livello cittadino.
Dal giugno 2018 è attivo il sito www.volerelaluna.it, dedicato all’analisi culturale e politica per un approccio critico della realtà in cui viviamo. A livello locale le attività si svolgono nella sede torinese in cui sono aperti tre sportelli di consulenza gratuita in ambito legale, sanitario e relativo alle problematiche della casa, gestiti con la collaborazione di esperti e professionisti dei settori. Nei suoi locali trovano spazio anche dibattiti, cineproiezioni, mostre artistiche ed una biblioteca.
Tratto dal libro di Salvatore Tripodi
“La paga del prof. Ritratti, storie e memorie della scuola torinese”, Roma 2015, Bonanno editore.
Mario Tozzi
Aveva un’aria giovanile nonostante i capelli bianchi, e un sorriso dolce stampato sul viso, Mario Tozzi, 68 anni dei quali 32 trascorsi a insegnare. Prima di entrare nel mondo della scuola ha svolto tanti lavori: il barista, il postino con contratto triennale, ma ha anche venduto cose vecchie a Porta Palazzo. Erano gli anni Sessanta, altri tempi mi diceva, quando si era giovani e impegnati politicamente e si evitavano contaminazioni con coloro con i quali non si condividevano le idee politiche. Allora era così e spesso il mondo degli amici era ristretto e ben selezionato. Si difendevano gelosamente le idee e gli amici veri. Mi capitava a volte di vederlo sfrecciare con la sua vecchia bici per la città, al mercatino dei libri usati di Piazza Carlo Felice della prima domenica del mese o di incontrarlo al “cenacolo” di un bar di Borgo Dora, dove al sabato mattina incontrava di buon ora i suoi amici, a prendere il caffè e girovagare per il mercatino dell’usato alla ricerca di qualche preziosa opera d’arte. E’ lì che l’ ho intervistato conversando piacevolmente ed è lì che mi ha raccontato un po’ della sua vita professionale. Dopo alcune supplenze brevi alla fine degli anni Settanta, riesce a passare in ruolo grazie alla Legge 270 del 1982. Vince il concorso ordinario e insegna Discipline Pittoriche dapprima al Liceo artistico di Novara e poi a Castellamonte e a Pinerolo. Approda infine al Primo Liceo artistico di Torino dove insegna fino al 2005, anno in cui va in pensione. Era molto soddisfatto del lavoro svolto e del rapporto con gli studenti e durante l’intervista mi disse candidamente di avere svolto il mestiere che aveva sognato fin da bambino, insegnare e di non essersi mai pentito per questo di averlo scelto e che fare l’insegnante non è stato un ripiego (me lo aveva ripetuto più volte, quasi a volere essere certo che io non avessi dubbi). Mario Tozzi in parallelo è stato un artista, un artista/ricercatore di arte concettuale e con alcuni amici, con Santo Leonardo in primis, negli anni Settanta ha anche collaborato all’ideazione e alla realizzazione dello STUDIO 16E a Torino, una galleria d’arte che gli addetti ai lavori conoscono bene perché ha fornito un contributo importante nel campo artistico. Vi ha lavorato con gli amici con cui fino a poco tempo fa si ritrovava a discutere e passare il tempo, a fare ancora ricerca, con Santo Leonardo, Bruno Ester, Carlo Minoli, Andrea Mandarino e il fotografo Tommaso Mattina. Lo STUDIO 16E nascondeva anche una finalità politico – umanitaria, in quanto ospitava le opere di alcuni bravi artisti dell’Est europeo, ignorati in patria perché in dissenso con i regimi del tempo. Dopo l’intervista mi salutò soddisfatto, non so se del caffè o dell’intervista, mi sorrise e mi invitò nel suo studio di arte concettuale , ma ricordando la colta, e di difficile comprensione, mostra dedicata a J. Pollock visitata alla Tate Gallery di Londra nel 1991 con mio figlio adolescente, non vi sono mai andato, preferivo incontrarlo al “cenacolo” di Borgo Dora a Torino il sabato mattina. Era meno impegnativo. Mario Tozzi è morto improvvisamente l’8 ottobre 2014.
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