Articoli categoria: Cultura
La fabbrica brucia. Contrattazioni, scioperi e dintorni. Di Isidoro Antonio Sorella
Il titolo, “la fabbrica brucia”, non è solo metafora delle tensioni tra i lavoratori e le varie successive proprietà, ma richiama l’evento concreto dell’incendio che all’inizio di agosto del 1989, in periodo di ferie, devastò lo stabilimento storico di Moncalieri. Furono gli operai, organizzati dai militanti sindacali presenti e da coloro che rientrarono immediatamente dalle località di vacanza, a intervenire per salvare il salvabile, mentre i dirigenti si mossero con colpevole ritardo, fino a dare adito a sospetti sulle intenzioni di chiusura da parte della proprietà. Qui i tratti tradizionali della classe operaia emergono con evidenza: etica del lavoro e difesa della fabbrica come luogo della propria occupazione e luogo dove si produce ciò che è utile per la società.
Nel 1985 Isidoro Antonio Sorella inizia a lavorare per l’Altissimo, azienda del settore auto fondata a Torino nel 1944 da Aimone Altissimo e trasferita a Moncalieri nel 1958.
Nel 1987 è eletto delegato sindacale per la Fiom-Cgil nel Consiglio di Fabbrica.
Lo stesso Sorella ha redatto un approfondimento sulla sua storia lavorativa, e un documento sulla storia dell’Altissimo che è diventato un libro; sarà presentato mercoledì alle 17,30 presso la biblioteca civica Arduino Via Cavour 31 Moncalieri
Sguardi sulla scuola – Cascina Teatro Marchesa

Sabato 20 Maggio 2023 presso la Cascina della Marchesa, C.so Vercelli 141, Torino.
Chiara Foà e Matteo Saudino portano in scena il loro ultimo libro di vita, di coppia, di scuola: ”Scuolitudine”.
L’intento di Saudino e Foà è illuminare la scuola che – tra contraddizioni e incongruenze – rimane un prezioso luogo di crescita e di democrazia.
Produzione del cinema indipendente francese, con la regia dello Slammeur Grand Corps Malade, la storia di una giovane consulente che arriva in un problematico istituto in un sobborgo malfamato di Parigi e che tocca con mano una difficile realtà sociale.
A partire dalle ore 19.00
Cascina della Marchesa, C.so Vercelli 141, Torino
Meglio prenotarsi a marchesateatro@gmail.com
BORGATA PARALOUP – LIBERIAMOCI

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*Inaugurazione della mostra Ricordati di non dimenticare. Nuto Revelli, una vita per immagini* a cur… Altro

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ore 9.00 | Rittana (CN), ritrovo davanti al bar alimentari Andata e ritorno *Camminata nelle borgate… Altro

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*Proiezione del film di animazione Manodopera – Interdit aux chiens et aux Italiens* di Alain Ughett… Altro

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dalle ore 12.30 | Ristoro | Borgata Paraloup (Rittana – CN) *Pranzo della Liberazione* al costo di 2… Altro

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*Presentazione del libro Impronte: 28 escursioni nei luoghi e tra le parole dei testimoni di Nuto Re… Altro

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*E ci mettemmo a cantare. Performance del coro Union des Amis Chanteurs* con canti popolari e brani… Altro

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*Reading teatrale La Resistenza delle donne * di e con Benedetta Tobagi, voce narrante e autrice del… Altro

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*Proiezione del film La strada più lunga (1965)* di Nelo Risi con Gian Maria Volonté Introduzione e… Altro

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*Chi non emigrava, non era gente. Camminata Rural Migrantour* Un percorso alla scoperta delle storie… Altro

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*Per forza o per scelta? Storie di partigiani, di cittadinanza e di pace* Intervengono Gastone Cotti… Altro

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*La didattica della libertà: trasmettere memoria tra le generazioni* Intervengono Marco Revelli, pre… Altro

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*Pranzo comunitario con i prodotti di Paraloup* Accensione del forno della Borgata e degustazione de… Altro

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*Presentazione del libro Memoranda. Gli antifascisti raccontati dal loro quotidiano* di Antonella Ta… Altro

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dalle ore 16.30 | Teatro | Borgata Paraloup (Rittana – CN) *Canti resistenti delle Primule Rosse* L… Altro
E’ morto Piero Gilardi

La mattina del 18 febbraio, di fronte alla scuola Michelangiolo di Firenze, due ragazzi sono stati picchiati da militanti del movimento di destra Azione Studentesca
21 febbraio- Circolare Scolastica
Cari studenti, in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose.
Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.
Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così”.
Annalisa Savino
23 febbraio “È una lettera del tutto impropria mi è dispiaciuto leggerla non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo o con il nazismo. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere
attuale ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara
Il messaggio era rivolto agli studenti della nostra scuola, a cui si deve dedicare attenzione ogni giorno, e a loro è arrivato, forte e chiaro.
Annalisa Savino
VISAGES, VILLAGES: ALLE GALLERIE D’ITALIA IL FILM DI AGNÈS VARDA E JR
Mercoledì 22 febbraio, alle 18.30, la proiezione gratuita del documentario in occasione della mostra JR. DÉPLACÉ·E·S

Dopo l’appuntamento inaugurale del 2023, dedicato alla figura di Lisetta Carmi, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) prosegue la propria collaborazione con le Gallerie d’Italia di Torino, proiettando in occasione della mostra JR. DÉPLACÉ·E·S il documentario Visages, Villages, girato nel 2017 da Agnès Varda e JR. L’appuntamento è in programma mercoledì 22 febbraio alle 18.30 presso la sala immersiva di Piazza San Carlo 156 e, tramite prenotazione gratuita a torino@gallerieditalia.com, permetterà anche la visita successiva alla prima personale italiana dedicata all’artista francese JR. Il film sarà introdotto da Edoardo Peretti e Marco Mastino dell’AMNC.
Candidato nel 2018 all’Oscar per il miglior documentario, Visages, Villages è l’ironico e poetico racconto di un viaggio nella Francia rurale compiuto dalla grande regista Agnès Varda assieme a JR per narrare il quotidiano. I due protagonisti, appartenenti a due mondi e a due generazioni completamente differenti, partono dal nord di Parigi per arrivare al porto di Le Havre, conoscendo persone e arricchendo ogni località visitata con un’installazione che raffiguri la semplice grandezza dei suoi abitanti. Riflessione sulla società che cambia, omaggio a chi resiste fuori dai grandi centri urbani, Visages, Villages è un’opera rara e unica girata con incredibile freschezza e onestà.

Il film diventa, inoltre, il perfetto riassunto dei due protagonisti: da un lato JR, poliedrico artista francese da sempre attento alla rappresentazione delle fragilità sociali – come si potrà scoprire nella grande mostra curata per le Gallerie d’Italia di Torino da Antonio Galansino e co-organizzata dalla Fondazione Compagnia di San Paolo -; dall’altra Agnès Varda, regista e fotografa di origine belga scomparsa nel 2019 a 90 anni, che, per tutta la propria carriera, ha realizzato un cinema intimo e personale in cui è al centro ci sono le persone. Vincitrice del Leone d’Oro nel 1985 per Senza tetto né legge, personaggio da sempre fuori e dentro il sistema cinema, Agnès Varda ha saputo attraversare il secondo Novecento e i primi anni Duemila, con uno sguardo libero e anticipatore dei tempi. Outsider della Nouvelle Vague – “movimento” che non ha mai davvero amato -, eccentrica osservatrice dei cambiamenti della società, Varda ha saputo raccontare le lotte delle Pantere Nere e le proteste delle donne, passando, tra gli altri, per i potenti ritratti di Jane Birkin e Jacques Demy, suo compagno di vita.
Per l’AMNC, che proprio nel 2023 festeggerà il suo 70° anniversario, la proiezione del 22 febbraio diventa in qualche modo il simbolo delle sue due anime: l’attenzione alla memoria storica, attraverso omaggi e rassegne in differenti luoghi di cinema; il desiderio di dare voce al quotidiano e al reale attraverso i più recenti progetti come Lavori in corto, Liberazioni e cinemAutismo.
MARIO LUIGI TOZZI in via Trivero 16
Ho conosciuto Mario Luigi Tozzi (Lucera 1947-Torino 2014) nel 1969 all’Accademia Albertina di Torino, eravamo entrambi allievi del primo anno alla scuola di pittura del professor Piero Martina e da allora abbiamo spesso condiviso il percorso artistico e quello di vita, anche in compagnia dell’amico fotografo Tommaso Mattina.
Dal 1975 al 1980 siamo stati soci fondatori e artisti dello storico Studio 16/e che inaugurò a Torino mostre di artisti d’avanguardia dell’est Europa, allora poco noti, come Natalia LL, Radomir Damnjan, Endre Tot e Rasa Todosijevic (per citarne solo alcuni).
Nel corso della nostra avventura artistica abbiamo attraversato entrambi varie fasi di ricerca. Mario Luigi Tozzi ha iniziato con un lavoro concettuale basato sul ricordo e sulla memoria, recuperando vecchie lettere e fotografie ed esaltandone e consacrandone il loro potere evocativo.
Dopo varie esperienze legata alla scultura, realizzata con materiali diversi, negli anni Novanta del Novecento, ritorna alla pittura.
Mario Luigi Tozzi amava scrivere ma il suo rapporto con la scrittura, seppure molto fervido e poetico, era intimo e riservato e sarebbe auspicabile in un prossimo futuro condividerlo pubblicamente.
Siamo stati colleghi nell’insegnamento di Discipline Pittoriche nei vari licei del Piemonte e poi a Torino fino al nostro pensionamento, ma soprattutto grandi amici.
Le opere esposte in questa mostra fanno parte della serie di “Sconosciuti” che hanno caratterizzato la sua ricerca negli ultimi decenni.
Solo qualche volta le sue figure di “Sconosciuti” hanno una connotazione di genere, spesso sono indefiniti, come a voler rappresentare l’essere umano come tale, in tutta la sua essenza e la sua completezza di maschile e femminile, fusi insieme.
Una delle costanti che ricorrono nelle sue opere sono gli sfondi, il cielo, sempre presente e mutevole, con le diverse tonalità dell’alba e del tramonto e il contesto naturale.
Gli “Sconosciuti” sono quasi sempre inseriti in un paesaggio, un vento benevolo muove le loro capigliature e sono in piacevole contatto con la natura. Spesso sono accompagnati dalla presenza di uno o più animali che sembrano vivere in simbiosi con l’umano ed osservare con lo stesso sguardo lo spettatore, infondendo un senso di pacatezza e appagamento, solo raramente velato di malinconia. A volte appaiono anche oggetti e strumenti musicali, tanto cari a Mario perché anch’essi compagni di vita.
Il suo mondo pittorico non è altro che ciò che Mario Luigi Tozzi auspicava per sé e per gli altri, una condizione ideale di convivenza simbiotica del genere umano con la natura e il mondo animale, una visione ideale di fratellanza assoluta e di complicità, forte e palpabile, che sta a noi non spezzare ma vivere come una condizione naturale.
Sconosciuti, a volte sereni e a volte con un senso solo apparente di smarrimento che si interrogano e ci interrogano sul nostro paradiso perduto.
Santo Leonardo
L’iniziativa è curata dall’Associazione Volerelaluna, nata nel 2018, la cui struttura si articola sia a livello nazionale che a livello cittadino.
Dal giugno 2018 è attivo il sito www.volerelaluna.it, dedicato all’analisi culturale e politica per un approccio critico della realtà in cui viviamo. A livello locale le attività si svolgono nella sede torinese in cui sono aperti tre sportelli di consulenza gratuita in ambito legale, sanitario e relativo alle problematiche della casa, gestiti con la collaborazione di esperti e professionisti dei settori. Nei suoi locali trovano spazio anche dibattiti, cineproiezioni, mostre artistiche ed una biblioteca.
Tratto dal libro di Salvatore Tripodi
“La paga del prof. Ritratti, storie e memorie della scuola torinese”, Roma 2015, Bonanno editore.
Mario Tozzi
Aveva un’aria giovanile nonostante i capelli bianchi, e un sorriso dolce stampato sul viso, Mario Tozzi, 68 anni dei quali 32 trascorsi a insegnare. Prima di entrare nel mondo della scuola ha svolto tanti lavori: il barista, il postino con contratto triennale, ma ha anche venduto cose vecchie a Porta Palazzo. Erano gli anni Sessanta, altri tempi mi diceva, quando si era giovani e impegnati politicamente e si evitavano contaminazioni con coloro con i quali non si condividevano le idee politiche. Allora era così e spesso il mondo degli amici era ristretto e ben selezionato. Si difendevano gelosamente le idee e gli amici veri. Mi capitava a volte di vederlo sfrecciare con la sua vecchia bici per la città, al mercatino dei libri usati di Piazza Carlo Felice della prima domenica del mese o di incontrarlo al “cenacolo” di un bar di Borgo Dora, dove al sabato mattina incontrava di buon ora i suoi amici, a prendere il caffè e girovagare per il mercatino dell’usato alla ricerca di qualche preziosa opera d’arte. E’ lì che l’ ho intervistato conversando piacevolmente ed è lì che mi ha raccontato un po’ della sua vita professionale. Dopo alcune supplenze brevi alla fine degli anni Settanta, riesce a passare in ruolo grazie alla Legge 270 del 1982. Vince il concorso ordinario e insegna Discipline Pittoriche dapprima al Liceo artistico di Novara e poi a Castellamonte e a Pinerolo. Approda infine al Primo Liceo artistico di Torino dove insegna fino al 2005, anno in cui va in pensione. Era molto soddisfatto del lavoro svolto e del rapporto con gli studenti e durante l’intervista mi disse candidamente di avere svolto il mestiere che aveva sognato fin da bambino, insegnare e di non essersi mai pentito per questo di averlo scelto e che fare l’insegnante non è stato un ripiego (me lo aveva ripetuto più volte, quasi a volere essere certo che io non avessi dubbi). Mario Tozzi in parallelo è stato un artista, un artista/ricercatore di arte concettuale e con alcuni amici, con Santo Leonardo in primis, negli anni Settanta ha anche collaborato all’ideazione e alla realizzazione dello STUDIO 16E a Torino, una galleria d’arte che gli addetti ai lavori conoscono bene perché ha fornito un contributo importante nel campo artistico. Vi ha lavorato con gli amici con cui fino a poco tempo fa si ritrovava a discutere e passare il tempo, a fare ancora ricerca, con Santo Leonardo, Bruno Ester, Carlo Minoli, Andrea Mandarino e il fotografo Tommaso Mattina. Lo STUDIO 16E nascondeva anche una finalità politico – umanitaria, in quanto ospitava le opere di alcuni bravi artisti dell’Est europeo, ignorati in patria perché in dissenso con i regimi del tempo. Dopo l’intervista mi salutò soddisfatto, non so se del caffè o dell’intervista, mi sorrise e mi invitò nel suo studio di arte concettuale , ma ricordando la colta, e di difficile comprensione, mostra dedicata a J. Pollock visitata alla Tate Gallery di Londra nel 1991 con mio figlio adolescente, non vi sono mai andato, preferivo incontrarlo al “cenacolo” di Borgo Dora a Torino il sabato mattina. Era meno impegnativo. Mario Tozzi è morto improvvisamente l’8 ottobre 2014.