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Articolo di Livio Pepino pubblicato sul sito nazionale di Volere la luna

Cominciamo dai fatti. Il 27 ottobre, per mettere al riparo da ogni azione di disturbo un’iniziativa del Fuan, contestata dalle organizzazioni studentesche antifasciste, la polizia è entrata in forze nel campus torinese, gli studenti sono stati manganellati da agenti in tenuta antisommossa, alcuni disabili hanno dovuto rinchiudersi in un’aula per evitare di essere travolti nel parapiglia, i parapetti delle balconate hanno rischiato di cedere sotto la pressione della massa di studenti posti in situazione di pericolo. Il copione si è ripetuto ieri, questa volta davanti al Campus Einaudi. L’occasione è stata un tentativo di volantinaggio, di nuovo da parte di uno sparuto gruppo di attivisti del Fuan, contestato da studenti e studentesse dell’Ateneo. Ancora cariche e manganellate che hanno attinto, per prime, due docenti di Giurisprudenza (Alessandra Algostino e Alice Cauduro), che, dopo essersi qualificate, si erano interposte tra gli agenti e gli studenti per evitare incidenti e che hanno riportato lesioni al capo e alle braccia. Da segnalare che le cariche sono avvenute “a freddo”, quando gli attivisti del Fuan si erano ormai allontanati, accompagnati dalla dirigente di polizia intervenuta.

Dopo i fatti alcuni spunti di analisi.

Primo. Le violenze di ieri, come quelle del 27 ottobre, hanno avuto, a monte, iniziative del Fuan – Azione universitaria, associazione di esplicita derivazione fascista, da tempo alla ricerca di spazio e visibilità in Università. Il perseguimento di tale obiettivo è stato facilitato dall’accreditamento e inserimento dell’associazione nell’albo delle organizzazioni studentesche riconosciute dall’Ateneo torinese per il biennio 2022-2024 (con conseguente possibilità di accesso a spazi e finanziamenti), deliberati in spregio della lettera e dello spirito della XII disposizione finale della Costituzione, che vieta la ricostituzione, in ogni forma, di organizzazioni fasciste, ribaltando l’originaria pronuncia dalla competente commissione

(https://www.lastampa.it/torino/2023/05/12/news/fuan_universita_bandita_associazione_fascista).

A questa impropria decisione – illuminante anche nel suo iter – si è affiancata ieri, in un inquietante crescendo, la protezione dell’organizzazione neofascista da parte della polizia, giunta al Campus in forze e in tenuta antisommossa insieme agli attivisti del Fuan e verosimilmente su loro richiesta, prima di qualsivoglia contestazione: dunque, non per garantire, in caso di necessità, un’equilibrata e imparziale tutela dell’ordine pubblico, ma in un’anomala funzione di “scorta” del gruppo neofascista. La storia non si ripete mai allo stesso modo ma la memoria va, inevitabilmente, alle immagini delle guardie regie che scortavano i fascisti nel 1922.

SecondoLe cariche contro studentesse, studenti e docenti sono avvenute – come si è detto – “a freddo”, quando gli attivisti del Fuan si erano ormai allontanati e, dunque, era venuta meno – anche ammesso che fosse esistita in precedenza – ogni esigenza di tutela dell’ordine pubblico. L’intervento, dunque, è stato non solo eccessivo e sproporzionato ma radicalmente immotivato e improprio. Non è chiaro se sia trattato di un intervento preordinato o di un’iniziativa autonoma degli agenti rimasti momentaneamente privi di comando

(https://torino.repubblica.it/cronaca/2023/12/05/news/lattine_di_coca_cola_e_tranci_di_pizza_contro_gli_studenti_di_destra_al_campus_interviene_la_polizia-421581696/?rss)

ma le due ipotesi si equivalgono per gravità: se, infatti, la preordinazione rimanderebbe a una strategia repressiva politicamente orientata, l’azione “spontanea” decisa in loco rivelerebbe una non meno inquietante predisposizione delle forze di polizia ad agire “con le mani libere” nella certezza di una copertura istituzionale.

Terzo. Non a caso l’ultimo episodio è avvenuto all’indomani della presentazione del disegno di legge governativo che incrementa la repressione del dissenso e del conflitto sociale (con previsione di nuove fattispecie di reato e aumenti indiscriminati delle pene) e sposta l’asse del governo della società verso gli apparati militari e le forze di polizia a cui, tra l’altro, viene consentito in maniera illimitata il porto di armi personali (https://volerelaluna.it/controcanto/2023/11/21/il-governo-della-paura-e-lalibi-dellinsicurezza/ ). Ciò evidenzia con chiarezza – e in modo sinistro – che non siamo di fronte a episodi gravi ma isolati bensì a un deterioramento complessivo del quadro politico e all’attacco sistematico a diritti fondamentali.

Quarto. A fronte di ciò le reazioni delle forze politiche (concretatesi, ad oggi, in un intervento nel dibattito alla Camera e in una interrogazione parlamentare) e delle istituzioni universitarie sono deboli e superficiali. In particolare spicca la latitanza dei vertici dell’Università torinese, che si sono limitati a un anodino comunicato di solidarietà a chi ha riportato lesioni e di condanna di ogni forma di violenza e che, a tutt’oggi, ancora non hanno chiarito in modo esplicito i presupposti dell’intervento della polizia all’interno dell’Ateneo il 27 ottobre (che da fonti di polizia sono riportati insistentemente a una espressa richiesta del rettore). La cosa è particolarmente grave anche perché svilisce il ruolo dell’Università come centro di cultura e di coscienza critica del paese, per questo – e non per privilegi medioevali – titolare di uno status di particolare autonomia (riconosciuto e tutelato dall’articolo 33, ultimo comma, della Carta fondamentale e oggi impunemente calpestato).

C’è di che riflettere ben oltre il caso torinese.

Palestina. La guerra, l’informazione, la politica. Con Alessandra Algostino, Tomaso Montanari, Marco Revelli. Introduce Francesco Pallante.

L’incontro sulla Palestina di ieri con Alessandra Algostino Tomaso Montanari e Marco Revelli coordinato da Francesco Pallante è stato un successo oltre le più rosee previsioni.
Qui, per chi non ha potuto esserci, la registrazione video della serata (superati  primi minuti di audio così così, dopo tutto ok)

 

 

 

Corteo per una Università libera da militarizzazione e neofascismi.

Il COORDINAMENTO ANTIFASCISTA TORINO ha partecipato al corteo per rivendicare, come si leggeva nello striscione d’apertura, “un’università libera da neofascismi e militarizzazione”.
La manifestazione è partita dal campus Einaudi, all’interno del quale lo scorso 27 ottobre ci sono state cariche indiscriminate da parte delle forze dell’ordine contro gli studenti che contestavano un convegno organizzato dal Fuan, organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia. Il corteo, che ha visto la partecipazione anche di numerosi docenti, ha raggiunto il rettorato di via Po e i manifestanti hanno interrotto delle commissioni in corso e hanno chiesto un confronto con il rettore rispetto all’ingresso della polizia all’università e sulla presenza di organizzazioni che si rifanno all’ideologia fascista all’interno delle facoltà.
Il rettore, Stefano Geuna, ha accettato di incontrare gli studenti nel cortile del rettorato.

L’intervento di Don Luigi Ciotti al termine della fiaccolata per la pace di giovedì 2 novembre 2023 (il video all’interno)

“DALLA 39ma A VOLERELALUNA”

Nell’ambito della rassegna “CIRCOSCRIZIONI IN MOSTRA – Un viaggio tra i quartieri di Torino” sabato 21 ottobre 2023 nella casa del quartiere San Donato “Più SpazioQuattro” in via Saccarelli 18 Valeria Cottino e Marco Revelli  hanno presentato l’associazione Volere la luna e le attività che si svolgono nella sede in via Trivero 16; ha coordinato l’incontro Monica Quirico

Nel corso della presentazione è stato proiettato questo video

 

 

 

 

Inaugurazione mostra Gianluca Costantini – Mercoledì 27 settembre

“𝘓’𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘶𝘰𝘮𝘰-𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘪𝘰, 𝘪𝘯 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘶𝘰𝘮𝘰-𝘮𝘢𝘤𝘤𝘩𝘪𝘯𝘢, 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘩𝘢 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘧𝘢𝘣𝘣𝘳𝘪𝘤𝘩𝘦. 𝘓’𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘥𝘶𝘵𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪, 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘦𝘯𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘷𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘪 𝘳𝘰𝘣𝘰𝘵 𝘦 𝘥𝘢𝘭𝘭’𝘪𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪𝘨𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘢𝘭𝘦. 𝘜𝘯 𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘳𝘱𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘮𝘰𝘵𝘰𝘳𝘦, 𝘦̀ 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘮𝘢𝘵𝘰 𝘢 𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦𝘳𝘦 𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘥𝘶𝘳𝘳𝘦 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘪𝘶̀.
𝘓𝘢 𝘴𝘪𝘮𝘣𝘪𝘰𝘴𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘧𝘪𝘴𝘪𝘤𝘢, 𝘮𝘦𝘤𝘤𝘢𝘯𝘪𝘤𝘢, 𝘮𝘢 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘦𝘵𝘵𝘶𝘢𝘭𝘦: 𝘭’𝘢𝘭𝘨𝘰𝘳𝘪𝘵𝘮𝘰 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘪𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪𝘨𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘪𝘯𝘧𝘢𝘵𝘵𝘪, 𝘦̀ 𝘶𝘯 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘰 𝘶𝘭𝘵𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘓’𝘶𝘯𝘪𝘤𝘰 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘧𝘦𝘳𝘮𝘢𝘳𝘦 𝘰 𝘳𝘢𝘭𝘭𝘦𝘯𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘦̀ 𝘳𝘪𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘳𝘦 𝘥𝘢 𝘶𝘯 𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘮𝘢 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘮𝘦𝘵𝘵𝘢 𝘢𝘭 𝘤𝘦𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘭’𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘦 𝘪 𝘴𝘶𝘰𝘪 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘪.”

Un’antologia di illustrazioni composta da circa 30 opere che trattano principalmente i temi del lavoro e dei diritti umani, tra cui anche l’immagine guida di Job Film Days.
Tra i massimi esponenti italiani del graphic journalism, Costantini da anni combatte per i diritti umani attraverso il disegno. L’esposizione sarà poi visitabile 𝗳𝗶𝗻𝗼 𝗮𝗹 𝟭𝟰 𝗼𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲.

Tappa n° 7 a Torino – programma 22/23 settembre