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Archivio per categoria: Incontri

Articoli categoria: Incontri

LA SCUOLA DI OGGI LA SCUOLA DI DOMANI- venerdì 13 maggio alle 18,00 al Sereno Regis

Maggio 6, 2022/in Incontri /da REDAZIONE

 

https://viatrivero.volerelaluna.it/wp-content/uploads/2022/05/Senza-titolo-1.jpg 1072 1920 REDAZIONE REDAZIONE2022-05-06 07:41:412022-05-06 07:44:16LA SCUOLA DI OGGI LA SCUOLA DI DOMANI- venerdì 13 maggio alle 18,00 al Sereno Regis

Laura Cappon e Gianluca Costantini riceveranno a Saluzzo il premio “Bella Ciao”

Maggio 2, 2022/in Incontri /da REDAZIONE

 

Laura Cappon e Gianluca Costantini riceveranno a Saluzzo il premio “Bella Ciao”

 

L’evento è inserito nella rassegna “Aprile. Un mese di Resistenza” organizzata dall’ANPI e dalla Città di Saluzzo
Laura Cappon e Gianluca Costantini riceveranno a Saluzzo il premio "Bella Ciao"

 

Lunedì 2 maggio 2022 alle ore 21 presso il Quartiere, sala tematica ex Caserma Musso – piazza Montebello 1, l’Associazione Bella Ciao consegnerà l’omonimo premio, edizione 2022, a Laura Cappon e Gianluca Costantini per l’opera “Patrick Zaki. Una storia egiziana”. Con i premiati  dialogherà il giornalista  Battista Gardoncini.

L’evento è inserito nella rassegna “Aprile. Un mese di Resistenza” organizzata dall’ANPI e dalla Città di Saluzzo.

L’Associazione Bella Ciao ha deciso di premiare Laura Cappon e Gianluca Costantini, in quanto la loro opera “Patrick Zaki. Una storia egiziana” è un richiamo alla necessità di continuare a lottare, con un lavoro incessante e quotidiano, per l’affermazione della libertà, della giustizia, del rispetto della dignità dell’uomo, valori che sono scolpiti nella Costituzione della Repubblica italiana, figlia degli ideali della Resistenza.

Laura Cappon è giornalista, inviata di Mezz’ora in più, Rai 3, e scrive per “Domani”. Ha collaborato con testate italiane, come “il Fatto Quotidiano” e Radio Popolare, e internazionali, come la Radiotelevisione Svizzera Italiana, Al-Jazeera e The New Arab. Ha affiancato Gad Lerner nei reportage di Rai 3. È esperta di vicende egiziane e ha vissuto al Cairo per alcuni anni. Ha raccontato storie da diversi paesi del Medio Oriente tra cui Libano, Iraq e Qatar. Nel 2013 ha vinto il premio l’Isola che c’è per la copertura del colpo di stato egiziano, e nel 2017 il premio Inviata di Pace del Mediterraneo per una serie di articoli su Giulio Regeni.

Gianluca Costantini è un artista attivista che da anni combatte le sue battaglie attraverso il disegno. È stato accusato di terrorismo dal governo turco e di antisemitismo dall’estrema destra americana. Collabora con ActionAid, Amnesty, ARCI ed Emergency e con i principali festival sui diritti umani, tra cui l’HRW di Londra e New York e il FIFDH di Ginevra. Dal 2016 al 2019 ha accompagnato con i disegni le attività del Democracy in Europe Movement 2025, il movimento fondato da Yanis Varoufakis, e collabora online con l’artista Ai Weiwei. Nel 2019 ha ricevuto il premio Arte e diritti umani di Amnesty International. È considerato fra i massimi esponenti italiani del graphic journalism. Tra le sue opere, Julian Assange. Dall’etica hacker a Wikileaks, Pertini fra le nuvole, Fedele alla linea e Libia.

https://viatrivero.volerelaluna.it/wp-content/uploads/2022/05/Patrick_Zakyx-scaled.jpg 1377 2560 REDAZIONE REDAZIONE2022-05-02 19:09:242022-05-03 15:52:06Laura Cappon e Gianluca Costantini riceveranno a Saluzzo il premio “Bella Ciao”

Il valore della Liberazione come condanna della guerra di Marco Revelli

Aprile 23, 2022/in Incontri /da REDAZIONE
Nella guerra delle bandiere che si annuncia per le manifestazioni del 25 aprile, vorrei che una, su tutte, colorasse quei cortei, ed è la bandiera multicolore della Pace. Perché quello era il vero valore, e il vero obiettivo, di chi combatté la «guerra di liberazione»: la fine della guerra. La fine di tutte le guerre. La condanna della guerra, come male non riparabile. E la ricerca della pace, come principio di civiltà contrapposto alla barbarie di ogni ideologia della morte.

Di cui il fascismo era (e portava sulle proprie divise) l’emblema. Per questo credo che non ci sia modo peggiore di celebrare il 25 aprile (di tradirne nell’essenza lo spirito) che sull’onda di questo accanimento, reiterato e prolungato oltre ogni limite, nell’aggressione alla principale associazione partigiana italiana, l’Anpi. Una polemica spesso volgare (penso a quell’irridente trasformazione della sua sigla in “Associazione nazionale putiniani d’Italia”), altre volte maligna, condotta contrapponendo anziani resistenti ad altri, e falsificante delle posizioni, quasi che fosse stata espressa un’equidistanza tra aggressori ed aggrediti che non emerge da nessuna presa di posizione ufficiale, anzi.

IL 24 FEBBRAIO la Segreteria nazionale dell’Anpi aveva diffuso un comunicato di ferma condanna dell’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa: «È un atto di guerra che nega il principio dell’autodeterminazione dei popoli, fa precipitare l’Europa sull’orlo di un conflitto globale, impone una logica imperiale che contrasta col nuovo mondo multipolare, porta lutti e devastazioni», vi si diceva, in termini che non possono in nessun modo prestarsi a equivoci.

Nello stesso comunicato si aggiungeva l’auspicio che «non si avvii una ulteriore escalation militare come reazione all’invasione, che si lavori per l’immediato cessate il fuoco riaprendo un canale diplomatico, che l’Italia rimanga fuori da ogni operazione bellica nel pieno rispetto dell’art. 11 della Costituzione», ed è stata questa «sfumatura», unita al rifiuto di aderire alla pressante campagna per l’ «invio di armi» all’Ucraina, a scatenare gli odiatori.

ORA, SULL’INVIO DI ARMI «al popolo ucraino» si possono avere legittimamente posizioni diverse, e infatti il «popolo della sinistra» italiano si è diviso. Fanno parte dei «dilemmi mortali» che lacerano ognuno di noi di fronte a questa maledetta guerra, spaccati tra paura e impotenza, indignazione e frustrazione, solidarietà e responsabilità. Quello che non si può legittimamente fare, è negare le ragioni di chi a quella opzione «militare» rimane contrario. O quantomeno perplesso. E liquidarlo come «amico del nemico».

Quelle ragioni sono solide, non certo accusabili di pregiudizio ideologico o di ambiguità, e vale la pena considerarle nella loro articolazione. In primo luogo quello che costituisce un principio primo di ogni pensiero pacifista orientato alla nonviolenza: l’affermazione che «le armi non costituiscono mai la soluzione, fanno parte del problema». Concetto che, se applicato allo scenario ucraino, si declina nella considerazione di buon senso secondo cui più armi entrano in campo, più vittime (soprattutto civili) si conteranno. È comprensibile che per chi, aggredito, si trovi a doversi difendere, l’arma appaia il primo strumento a cui pensare. Ma noi sappiamo, o dovremmo quantomeno rifletterci, che se è vero che ogni giorno in più che dura la guerra si misura la forza della «resistenza ucraina» è anche vero che ogni giorno che passa vuol dire vittime innocenti, distruzione e morte di massa. Non è una «passione triste» questo stile di pensiero: è un modo (forse poco eroico, ma certamente umano) per tentare di cogliere le ragioni della vita contro quelle della morte.

VOGLIAMO AGGIUNGERE, a questa, la considerazione – a mio avviso decisiva – secondo cui ogni giorno in più di guerra aumenta il rischio non solo che essa s’incrudelisca (come abbiamo visto in questi due mesi) ma che salga di grado, e di scala. Che si estenda e contagi il contesto, in uno scenario in cui l’esplodere di un conflitto mondiale (che sullo sfondo significherebbe un conflitto atomico) diventa un rischio reale, di cui non si può non tener conto.

Vale, al proposito, un precedente – mi rendo conto opinabile – cioè la guerra civile spagnola e la posizione che allora assunsero le «potenze democratiche», in primo luogo la Francia del socialista Leon Blum, che rifiutarono di fornire armi alla repubblica spagnola aggredita, (contrariamente alle fasciste Italia e Germania che armarono il golpista Franco) con la preoccupazione di non innescare un conflitto mondiale. Allora, una figura straordinaria come Simone Weil, che pure in Spagna era andata a combattere – in Aragona, con Durruti -approverà la politica di «non-intervento» francese, con questa motivazione: «Perché? Perché l’intervento, invece di ristabilire l’ordine in Spagna, avrebbe messo a ferro e fuoco tutta l’Europa».

QUATTRO ANNI PIÙ tardi, quando l’Europa verrà messa a ferro e fuoco dai fascismi, Simone si arruolerà nella Resistenza, ma quell’argomento, del 1936, rimarrà pur sempre valido, come espressione di un pensiero che si misura non solo sull’«etica dei principi» ma anche su quella «della responsabilità». Non solo sui valori morali, ma anche sulle conseguenze pratiche delle proprie azioni.

Scontando, drammaticamente, anche il prezzo da pagare: «Se noi abbiamo accettato di sacrificare i minatori delle Asturie – è la successiva sua riflessione -, i contadini affamati di Aragona e di Castiglia, gli operai libertari di Barcellona piuttosto di scatenare una guerra mondiale, nient’altro al mondo deve portarci a scatenare la guerra. Niente, né l’Alsazia-Lorena, né le colonie, né i trattati». Vorrei che su queste righe – su questo pensiero tragico e umanissimo, agli antipodi di ogni nazionalismo – ci si soffermasse, nella preparazione spirituale alla “Festa della liberazione”, per non tradirne l’anima.

 

 

https://viatrivero.volerelaluna.it/wp-content/uploads/2022/04/PACE-1.jpg 707 935 REDAZIONE REDAZIONE2022-04-23 16:09:042022-04-23 16:09:04Il valore della Liberazione come condanna della guerra di Marco Revelli

Primo Maggio a Torino, 45 anni tra politica e animazione.

Aprile 16, 2022/in Incontri /da REDAZIONE

Giovedì 21 aprile, alle ore 18, presso la sede di Volere la luna, in Via Trivero 16 a Torino, presentazione del libro

Primo Maggio a Torino, 45 anni tra politica e animazione. Di Piero Gilardi, Carlo Minoli, Pietro Perotti.
Interverranno: Marco Revelli e, in collegamento video, Tomaso Montanari.

I PROTAGONISTI
Piero Gilardi nato a Torino nel 1942, dopo la sua prima esposizione personale Macchine per il futuro (1963), diventa da subito una figura di spicco della scena artistica internazionale. Negli anni 60, irripetibile periodo inquieto, di sconvolgimenti politici e sociali, Gilardi instaura un confronto e un dialogo serrato con gli artisti, europei e americani, che spingono per un ripensamento non solo delle forme ma del mandato dell’arte, e attraversa da protagonista i diversi movimenti emergenti, partecipando attivamente ai primi passi dell’Arte Povera.
A partire dal 1976, nelle manifestazioni di piazza torinesi compaiono, oltre a cartelli e striscioni d’ordinanza, anche delle animazioni raffiguranti caricature di imprenditori e uomini di potere, prima in cartone, poi tridimensionali in cartapesta, infine in gommapiuma, Piero Gilardi ne è l’autore. Quelle memorabili opere nascono in concomitanza con la nascita del Collettivo La Comune di Torino, in base al principio che “il Primo Maggio è soprattutto narrazione”. Il pupazzo di Gianni Agnelli a forma di scheletro, creato in occasione del Primo Maggio 1979, è esposto alla Galleria d’Arte Moderna.
Pietro Perotti è nato a Ghemme (NO) nel 1939. Scultore e scenografo, lavora per 16 anni come operaio a Mirafiori, finché non “licenzia” la Fiat nel quarantennale della Liberazione. Inventa il Carnevale di Ghemme, dedicato agli illustratori di libri per ragazzi, e anima, a Torino, l’ “Officina creativa”. Sull’esperienza delle lotte operaie a Torino realizza due film: “Senzachiederepermesso” (con Pier Milanese) e “Compagni” (con Ruggero Alfano). Si dedica inoltre, insieme all’amico Carlo Minoli (Ghemme, 1954) dipendente delle ferrovie, disegnatore e illustratore, alla produzione di manifesti, volantini, striscioni, grandi giornali murali che vengono affissi all’interno delle fabbriche. I disegni di Carlo Minoli sono il tratto grafico caratteristico delle iniziative dell’Associazione Volere la luna, organizzatrice dell’iniziativa.
Durante i 35 giorni delle lotte contro i licenziamenti alla Fiat, nell’autunno del 1980, Perotti conosce Gilardi, ne diventa amico e collaboratore dopo averlo visto creare in poche ore una grande caricatura di Gianni Agnelli in gommapiuma. In seguito Pietro Perotti interviene nelle più grandi manifestazioni politiche nazionali, diventando in tutto e per tutto presenza autonoma ed inconfondibile.
Le incursioni artistiche di Gilardi e Perotti nelle piazze rappresentano un unicum non solo nel nostro Paese ma anche a livello internazionale, per creatività, per originalità, per tipologia di materiali impiegati. Da 45 anni caratterizzano il Primo Maggio a Torino ma sono presenti anche in tutte le grandi manifestazioni per i diritti sociali, contro la guerra, per la difesa dell’ambiente, per la valorizzazione delle differenze.

Il volume è stato stampato dall’Associazione Vol.To https://www.volontariatotorino.it/
Testi di Livio Pepino
Cura grafica di Roberto Patrucco

 

Hanno scritto:
TOMASO MONTANARI
……Ed è proprio quello che vediamo nella straordinaria galleria di questo libro: un continuo intreccio tra immagini efficacissime e parole articolate e complesse. Ciò che lo rende unico è la durata nel tempo, ma non solo. Lungo i decenni, Piero Gilardi, Pietro Perotti e poi Carlo Minoli non hanno agito da soli, ma hanno dato forma a sentimenti, propositi, analisi, progetti politici diffusi in una comunità antagonista, co-autrice delle loro opere: alle immagini patinate realizzate impersonalmente dalla propaganda del potere (torinese, nazionale, occidentale), hanno opposto immagini collettive, condivise, personali. Sono, soprattutto, immagini “agite”: dal basso e dal popolo, come in un grande teatro popolare mobile. Come se le facciate dipinte di una città insorgente si mettessero in marcia, ogni primo maggio a Torino……
LIVIO PEPINO
Questo libro nasce nella cultura e nell’agire politico di Volere la luna.
Ma cos’è Volere la luna? È un’associazione che – per dirla con il suo statuto – «si propone quello che può sembrare impossibile a molti, ma che in realtà dovrebbe essere normale: cambiare radicalmente il proprio modo di essere, di pensare, agire, cooperare e aggregarsi, tenendo fermi i valori di riferimento di un solidarismo radicale. Il mondo è cambiato, è ora di cambiare noi stessi. E il nostro modo di stare insieme. A cominciare da tre obiettivi primari: contrastare le diseguaglianze, promuovere ma soprattutto praticare forme di partecipazione solidale, favorire la rinascita di un pensiero libero e critico. Cioè non limitarsi a proclamare i propri valori, ma praticarli concretamente, con azioni positive quotidiane, creazione di occasioni di prossimità, di spazi, anche limitati, di relazione, di strumenti di comunicazione aperti e critici»…

MARCO REVELLI
Il Primo maggio a Torino – in particolare il corteo del Primo maggio a Torino – è sempre stato uno straordinario indicatore della situazione sociale e politica in città e non solo. Una sorta di “memoria di lavoro”, o meglio di “memoria del lavoro”, in cui sono tracciati, con linearità cronologica, fatti e processi. I quali ora possono essere ripercorsi in questo libro davvero prezioso, animati (nel senso di “dotati di anima”, ma anche di corpo: dei loro colori, simboli, forme espressive) grazie alle immagini delle creazioni e istallazioni che – come fa appunto l’arte quando è realmente tale, cioè in presa diretta col suo mondo – indicano di volta in volta il focus. Sottolineano il “tema”. E danno voce a quel comune sentire che si materializza nei fenomeni collettivi finché questi conservano l’energia tipica di ciò che scaturisce dal profondo della società…. Chi li ha vissuti tutti, quei 45 anni e quei Primo maggio, ritroverà molto di se stesso in queste pagine. Chi si affaccia solo ora alle sfide di una società cambiata molto, ma non nei suoi fondamentali di ingiustizia e sfruttamento, troverà stimoli per alimentare il proprio esser contro. Per tutti, il piacere di un confronto con una forma artistica totalmente non alienata.

https://viatrivero.volerelaluna.it/wp-content/uploads/2022/04/manif-scaled.jpg 1388 2560 REDAZIONE REDAZIONE2022-04-16 19:43:032022-04-19 18:51:56Primo Maggio a Torino, 45 anni tra politica e animazione.

GIANLUCA COSTANTINI

Aprile 16, 2022/in Incontri /da REDAZIONE

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Agli orrori della guerra non si risponde con la guerra 08-04-2022 – di: Domenico Gallo

Aprile 15, 2022/in Incontri /da REDAZIONE

Agli orrori della guerra non si risponde con la guerra

https://viatrivero.volerelaluna.it/wp-content/uploads/2022/04/PACE.jpg 707 935 REDAZIONE REDAZIONE2022-04-15 08:50:562022-04-15 08:50:56Agli orrori della guerra non si risponde con la guerra 08-04-2022 – di: Domenico Gallo

Di nuovo la guerra: come ci si è arrivati e come se ne può uscire

Marzo 14, 2022/in Incontri /da REDAZIONE

Mercoledì 16 marzo alle 18.00 in via Trivero 16 parleremo – né potrebbe essere altrimenti – della guerra in Ucraina (“Di nuovo la guerra: come ci si è arrivati e come se ne può uscire”) con Domenico Quirico, Marco Revelli e Renzo Rosso (già addetto all’ambasciata italiana di Mosca). Introduce Valentina Pazé. La registrazione dell’incontro sarà pubblicata sul nostro canale youtube https://www.youtube.com/c/associazionevolerelaluna/videos

https://viatrivero.volerelaluna.it/wp-content/uploads/2022/03/ucraina-1-scaled.jpg 1448 2560 REDAZIONE REDAZIONE2022-03-14 00:26:012022-03-19 19:52:31Di nuovo la guerra: come ci si è arrivati e come se ne può uscire

ANTHOLOGÌA. CINQUE DONNE PER I DIRITTI E L’EMANCIPAZIONE  di Silvia Margaria

Marzo 6, 2022/in Incontri /da REDAZIONE

ANTHOLOGÌA. CINQUE DONNE PER I DIRITTI E L’EMANCIPAZIONE.  Di Silvia Margaria, un’artista di grande sensibilità estetica e sociale.

Inaugurazione 8 marzo 202, alle ore 18.00.
Mostra aperta d
9 marzo – 14 aprile 2022, Polo del ‘900. Ingresso gratuito.

Il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà ha il piacere di ospitare la mostra personale di Silvia Margaria, nell’ambito delle proposte per la Giornata internazionale della donna, in quanto il progetto Anthologìa è il tentativo di dare forma in modo iconico, poetico e allusivo alla dimensione biografica, esistenziale, politica e culturale di cinque donne illustri: Adelaide Aglietta, Isa Bluette, Amalia Guglielminetti, Giorgina Levi, Emilia Mariani. Cinque figure femminili esemplari del Novecento, che hanno lottato per i diritti e l’emancipazione.

Il Museo ha pertanto deciso di presentare una mostra che utilizzando i linguaggi dell’arte e della contemporaneità si pone come un esercizio di public history, finalizzato alla conoscenza della biografia esistenziale, politica e umana di cinque figure torinesi esemplari per la lotta per l’emancipazione femminile e la conquista dei diritti della persona.

Allestista presso il Polo del ‘900 (ingresso da Via del Carmine 14), sarà visitabile dall’8 marzo al 14 aprile 2022 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 21.00, il sabato e la domenica dalle ore 9.00 alle ore 20.00.

La realizzazione della mostra ha avuto il patrocinio di enti e associazioni che si riconoscono enti morali dell’operato e della storia di queste cinque donne, protagoniste della storia torinese e italiana, che collaboreranno nella realizzazione di attività di disseminazione  e approfondimento che accompagneranno l’esposizione: l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della Società Contemporanea ‘Giorgio Agosti’, l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, il Centro Studi Piero Gobetti, la Fondazione Vera Nocentini, la Fondazione piemontese Istituto Gramsci, l’Associazione Radicale Adelaide Aglietta e la Comunità Ebraica torinese.

https://viatrivero.volerelaluna.it/wp-content/uploads/2022/03/IMG-20220306-WA002610679.jpg 719 1080 REDAZIONE REDAZIONE2022-03-06 22:47:092022-03-06 22:47:37ANTHOLOGÌA. CINQUE DONNE PER I DIRITTI E L’EMANCIPAZIONE  di Silvia Margaria

“Chiese Chiuse” di Tomaso Montanari (Einaudi)

Febbraio 7, 2022/in Incontri /da REDAZIONE

Il Museo Egizio torna con i suoi “Incontri con gli autori”, lunedì 7 febbraio alle ore 18:00 presso la sala conferenze in occasione della presentazione del volume “Chiese Chiuse” di Tomaso Montanari (Einaudi)

Migliaia di chiese sono oggi inaccessibili, saccheggiate, pericolanti. Altre sono trasformate in attrazioni turistiche a pagamento. Oggi non sappiamo cosa farcene, di tutto questo «ben di Dio», e bene pubblico: mancano visione, prospettiva, ispirazione. Ma è anche lí che si potrebbe costruire un futuro diverso. Umano.

Per presentare il nuovo volume edito da Einaudi, “Chiese Chiuse”, l’autore Tomaso Montanari dialogherà con Enzo Bianchi lunedì 7 febbraio alle ore 18:00 nella Sala Conferenze del Museo Egizio.

L’incontro sarà introdotto da Evelina Christillin; modera Christian Greco.

Per l’occasione sarà possibile acquistare il volume presso la Sala Conferenze del Museo Egizio.

L’ingresso alla sala conferenze è libero fino ad esaurimento posti.

È gradita la prenotazione scrivendo una e-mail a comunicazione@museoegizio.it. Il posto in sala verrà riservato fino alle ore 18:00.

Per l’accesso è necessario esibire il Green Pass rafforzato e indossare mascherina FFP2.

La conferenza verrà anche trasmessa live streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo.

https://viatrivero.volerelaluna.it/wp-content/uploads/2022/02/Senza-titolo-1.jpg 647 1832 REDAZIONE REDAZIONE2022-02-07 11:26:272022-02-07 11:27:12“Chiese Chiuse” di Tomaso Montanari (Einaudi)

la cooperativa ASTRA ha organizzato un incontro sulla storia del PCI di Torino

Gennaio 31, 2022/in Incontri /da REDAZIONE

Venerdì 11 Febbraio ore 18:00 al Polo del ‘900 (via del Carmine 14, Torino)

la cooperativa ASTRA ha organizzato un incontro sulla storia del PCI di Torino

https://viatrivero.volerelaluna.it/wp-content/uploads/2022/01/IMG-20220131-WA0026.jpg 1131 1600 REDAZIONE REDAZIONE2022-01-31 23:36:172022-02-07 11:30:37la cooperativa ASTRA ha organizzato un incontro sulla storia del PCI di Torino
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