Articoli categoria: Incontri

Venerdì 26 maggio 2023 Volere la Luna ospita:

Guerra e rivoluzione, di Carlo Formenti

“Guerra e rivoluzione” si articola in due volumi. Ne “Le macerie dell’Impero” vengono liquidati, sulle tracce dell’ultimo Lukacs, i dogmi che non hanno retto alla critica della storia; si ripercorre la guerra di classe dall’alto seguita alla controrivoluzione neoliberista; si descrivono crescita, consolidamento e crisi dell’imperialismo USA; si demolisce l’ideologia delle sinistre “radicali”. In “Elogio dei socialismi imperfetti” si abbozza un bilancio della Rivoluzione cinese da Mao a Xi Jinping; si ragiona sulle ragioni del crollo sovietico; si discute del Socialismo del secolo XXI in America Latina; si analizzano emergenza e crisi dei populismi in Occidente; ci si interroga sulle prospettive di ricostruzione del partito di classe a partire dalla mutata composizione sociale.

L’autore:

Carlo Formenti (1947) giornalista, ricercatore universitario e blogger è stato caporedattore del mensile “Alfabeta”, redattore del Corsera e docente dell’università del Salento. Per Meltemi dirige la collana “Visioni eretiche” e ha pubblicato diversi saggi.

I discussant

La partecipazione di Raffaele Sciortino, autore del recente “Stati Uniti e Cina allo scontro globale”, di Piero Pagliani, studioso di geopolitica (che invierà un intervento scritto),

Giuseppe Mastruzzo direttore dell’International University College

lascia presumere che il dibattito verterà in particolare sulla natura sociale e politica della Cina Popolare (socialismo di mercato o capitalismo emergente) e sulle dinamiche del conflitto con gli USA: scenari geopolitici in cui si svolge, rapporti di forza, prospettive, ec

FESTA  DI  PRIMAVERA  AL  PRATONE  DI  PARELLA

FESTA  DI  PRIMAVERA  AL  PRATONE  DI  PARELLA 🌼🌸🌞

 

Ispirandoci alla leggenda del colibrì che cerca di spegnere un incendio portando una goccia nel becco, NOI FACCIAMO LA NOSTRA PARTE!

Formiamo una catena e portiamo l’acqua alle nostre piantine. 🌳🪣🌳

 

Ci troviamo DOMENICA 2 aprile al Pratone di via Madonna della Salette, dalle 15, per festeggiare la primavera, irrigare gli alberelli, fare merenda, ascoltare musica e… parlare tutti insieme del futuro del pratone. 🍪🥧🎵

Ti aspettiamo!

 

https://fb.me/e/1aCRknxwT

https://www.facebook.com/salviamoiprati

salviamoiprati@gmail.com

All’armi son fascisti! Torino deve reagire

78 anni dopo la Liberazione gli eredi del fascismo, attualmente al governo, preannunciano la loro partecipazione alla festa del 25 aprile e pretendono di farlo senza compiere una esplicita critica di ciò che il fascismo ha significato nella storia del Paese e nella vita dei suoi cittadini. Non è, quindi, un riconoscimento dei valori della Resistenza ma è, piuttosto, un oltraggio al patrimonio di idee e di princìpi che l’hanno ispirata e animata. Fatto ancora più grave, non ci sono reazioni significative né a livello di opposizione politica né a livello di società civile. Sembra, anzi, prevalere una diffusa accettazione, quasi si trattasse di un gesto di pacificazione teso a sancire il superamento di divisioni che appartengono al passato. Non è così. Al contrario, ciò, oltre a mostrare gli effetti perversi di un antifascismo di facciata, svela una generale e pericolosa sottovalutazione della situazione che stiamo attraversando.

La presidente del Consiglio e il suo partito sono gli eredi diretti del fascismo di ieri. Lo sono per esplicite rivendicazioni, per i simboli a cui fanno riferimento, per la cultura che esprimono, per il linguaggio che usano, per le immagini del passato che portano con sé. Non ingannino le prese di distanze di maniera né l’inevitabile condanna delle leggi razziali, che avvengono in assenza di una lettura seria e approfondita del fascismo nei suoi fondamenti e nelle sue pratiche: di quel fascismo che è stato la stella polare del Movimento Sociale e che continua a esserlo nella fiamma del simbolo di Fratelli d’Italia. E non ingannino neppure le diverse modalità con cui il fascismo di oggi si presenta rispetto a quello di ieri, anch’esse inevitabili, dato il mutare dei tempi.

La presidente del Consiglio e il suo partito sono gli eredi diretti del fascismo di ieri anche per ulteriori, altrettanto decisive, ragioni. In particolare per il blocco sociale ed economico di cui sono espressione e per le politiche che praticano: il respingimento dei poveri dalla pelle scura, una scuola del merito che giudica ed esclude, lo smantellamento della sanità pubblica, le mani libere di chi vuole fare i propri affari, un fisco profondamente iniquo, il prevalere del privato sul pubblico, lo stravolgimento della Costituzione in senso presidenzialista, la secessione dei ricchi con l’autonomia differenziata, l’ulteriore precarizzazione del lavoro, il nazionalismo e l’aumento delle spese militari, la contrazione dei diritti delle donne e dei “diversi”.

Sappiamo bene che alcune – molte – delle politiche delle destre al governo sono il seguito coerente di scelte sciagurate praticate da precedenti governi, anche di centrosinistra. Ma oggi c’è un evidente salto di qualità, ché esse si inseriscono in una cultura illiberale e autoritaria e in un contesto di sconfessione e rovesciamento della Costituzione, che – lo si dice in modo esplicito – si vuole cambiare in parti fondamentali (quando non, addirittura, nella sua interezza).

Siamo in presenza del tentativo – assai avanzato – di mettere fine a una storia di riscatto e di affermazione di diritti, di libertà, di uguaglianza nata con la Resistenza e trasfusa nella Costituzione del 1948. A fronte di ciò non possiamo comportarci come se fossimo di fronte a una semplice alternanza di governo. Dobbiamo reagire. È tempo di ricostruire una sinistra politica fedele ai valori che ne hanno segnato la nascita e, prima ancora, di tornare a difendere e praticare, in ogni occasione, la visione antifascista, internazionalista, egualitaria, multiculturale, pluralista e pacifista della Costituzione.

Uno spazio di intervento esiste. Per questo abbiamo deciso di muoverci e di rivolgere un appello alle associazioni e alle organizzazioni democratiche cittadine, ai movimenti che operano in difesa di diritti, libertà e ambiente, alle donne e agli uomini, giovani e meno giovani, per i quali la Resistenza e la Costituzione sono i punti di riferimento da cui partire per cambiare rotta e per uscire dalla crisi che sta vivendo il nostro Paese: incontriamoci lunedì 6 marzo alle 20.30 alla Fabbrica delle E in corso Trapani 91/b per costruire una iniziativa politica e culturale di lungo periodo contro il fascismo e i suoi interpreti.

Torino, 9 febbraio 2023

Gastone Cottino, Maria Chiara Acciarini, Alessandra Algostino, Amedeo Cottino, Livio Pepino, Marco Revelli

per aderire all’appello: https://forms.gle/bPCh8i9bTLhawhc19

STATI UNITI E CINA ALLO SCONTRO GLOBALE Strutture, strategie, contingenza di Raffaele Sciortino

Il mutamento della scena mondiale, rispetto alla fase ascendente della globalizzazione, a partire dalla crisi apertasi a ridosso del 2008 sta rimettendo in discussione il rapporto asimmetrico tra Usa e Cina, non visto limitatamente come relazione o scontro tra potenze, ma come perno degli assetti capitalistici dispiegati su scala planetaria degli ultimi decenni. L’urto che si profila all’orizzonte si staglia sullo sfondo di un caos crescente, che il conflitto ucraino rende ancora più drammatico.

Da un lato, il capitalismo cinese in ascesa ha in teoria ampi margini di sviluppo ma la coesistenza non conflittuale con l’Occidente imperialista si sta rivelando una strada sempre meno praticabile. Sul fronte opposto, l’egemone mondiale nello svolgere una funzione ordinativa a tutt’oggi indispensabile a scala internazionale – suggellata dal dollaro moneta mondiale – opera un prelievo sempre più oneroso e destabilizzante per il capitalismo nel suo insieme.

Nessuno dei due contendenti può rinunciare alla partita. La contraddizione specifica di fase è tra la necessità, speculare e opposta per Cina e Stati Uniti, di conservare la globalizzazione e la spinta a mettere in atto strategie che finiranno per minarla. Con ciò, si arriverà ad una vera e propria de-globalizzazione? È realistico pensare al passaggio a un ordine multipolare sostitutivo del caos montante? Siamo di fronte ad una sfida egemonica da parte cinese o piuttosto ad un nodo sistemico nella dinamica intrecciata di mercato mondiale, assetti geopolitici e rapporti di classe?

 

Il Prof. Guido Ortona discuterà con l’autore il nuovo volume di Raffaele Sciortino «Stati Uniti e Cina allo scontro globale. Strutture, strategie, contingenze» (Asterios, 2022).

 

Per ulteriori approfondimenti sulla pubblicazione consultare le pagine web:
http://effimera.org/tra-lanno-della-tigre-dacqua-e-lanno-del-coniglio-dacqua-di-stefano-lucarelli/

https://www.asterios.it/catalogo/stati-uniti-e-cina-allo-scontro-globale

Voci da un altro mondo. Lettere dal manicomio senza censura. “Matti” di ieri e invisibili di oggi

In Via Trivero è stato presentato martedì 17 gennaio il bel volume di Enrico Contenti Voci da un altro mondo. Lettere dal manicomio senza censura. “Matti” di ieri e invisibili di oggi. (Sensibili alle Foglie)

Leggere e “vedere” le lettere scritte alla Associazione per la Lotta contro le Malattie Mentali (ALMM) dai reclusi nei manicomi, nei civilissimi anni settanta del Novecento, restituisce valore e dignità a quelle persone che ne sono state private e ci aiuta a comprendere l’estrema sofferenza di chi, oggi come allora, è afflitto da problemi psichici. Nel libro traspaiono indignazione e rabbia verso un sistema sociale che, dopo aver cancellato le forme di comunità solidali del secolo scorso, ha lasciato il cittadino solo e fragile di fronte al senso di precarietà e insicurezza che lo sovrasta. Un sistema che non soltanto contribuisce alla continua crescita del disagio mentale, ma sembra quasi occultarlo per non mostrare i suoi “scarti”. Un sistema che non manca di trarne profitto attraverso l’immenso giro d’affari dell’industria del farmaco o delle strutture private che si rafforzano a fronte di un’assistenza pubblica che, nonostante pochi esempi virtuosi di “resistenza”, continua a impoverirsi di risorse umane e materiali.

ROMPERE LA GABBIA EUROATLANTICA PER FERMARE LA GUERRA INTERNA E QUELLA ESTERNA

– Mercoledì 14 dicembre, ore 18.00
– Via Trivero, 16 (Volerelaluna)
Interverranno:
Giacomo Marchetti, Rete dei comunisti
Guido Ortona, economista e docente
Paolo Prieri, Presidio Europa del Movimento No Tav
BDS Torino
Cambiare Rotta Torino
//////////////////////////////////////
ROMPERE LA GABBIA EUROATLANTICA PER FERMARE LA GUERRA INTERNA E QUELLA ESTERNA
Mentre i suoi aguzzini lo condannavano nel tribunale speciale Antonio Gramsci dichiarò con coraggio e lungimiranza: “Il fascismo porterà il paese alla rovina, spetterà ai comunisti ricostruirlo”.
Nel momento peggiore, uno dei più lucidi dirigenti comunisti non lanciava solo la sfida ai suoi nemici che in quel momento disponevano delle chiavi della sua cella, ma indicava il ruolo generale dei comunisti nella ricostruzione di un paese e della sua società in rottura e alternativa al quadro esistente. Il ruolo dei comunisti nella Resistenza, nella ricostruzione del dopoguerra e nella stagione dell’antagonismo di classe degli anni Settanta li hanno visti all’altezza della situazione.
Le conseguenze della restaurazione capitalista a livello mondiale, la controrivoluzione globale, la dissoluzione delle esperienze statuali socialiste, venti anni dell’egemonia globale del capitalismo, hanno riportato all’indietro la ruota della storia, fino a quando la storia si è rimessa in marcia riproponendo e accentuando tutte le contraddizioni irrisolte e i limiti del Modo di Produzione Capitalista.
I punti di caduta dell’intero sistema dominante hanno visto intrecciarsi sia la crisi irrisolta dell’economia capitalista dagli anni Settanta a oggi, sia la rottura della mondializzazione realizzata negli ultimi trenta anni come tentativo di fuoriuscita dalla crisi del Modo di Produzione Capitalista. La tendenza alla guerra come scenario terminale della crisi è tornata ad essere una possibilità reale a ottanta anni dalla Seconda Guerra Mondiale.
Siamo dentro un salto di fase storica, una rottura della storia che richiede una conseguente analisi della nuova realtà e una assunzione di responsabilità soggettiva da parte dei comunisti, anche in un paese integrato nella catena imperialista occidentale come l’Italia.
Nei paesi a capitalismo avanzato dell’Occidente – e tra questi l’Italia – sono ben visibili recessione economica e sociale, ricorso alla guerra, infarto ecologico, perdita di credibilità come classi dirigenti e modelli dominanti, che stanno rimettendo in discussione la realtà che abbiamo conosciuto negli ultimi trenta anni.
Dal 1992 gran parte della società italiana ha pagato il prezzo dell’ aspetto economico del “vincolo esterno” sancito dall’adesione al Trattato di Maastricht e poi dai trattati europei successivi e sempre più vincolanti. In pratica, in nome dell’unificazione europea, i gruppi capitalisti più forti hanno consapevolmente scatenato “una guerra all’interno” contro le classi popolari e i settori più deboli dello stesso capitalismo italiano.
Con la guerra in corso in Ucraina adesso la società italiana sta pagando anche il prezzo dell’aspetto politico e militare del “vincolo esterno” rappresentato dall’adesione alla Nato e la subalternità agli USA, scatenando “una guerra all’esterno”, per ora contro la Russia ma di cui la prima sperimentazione è stata la guerra in Jugoslavia.
Incalzati dalla crisi economica, dalla frammentazione del mercato mondiale e dai rischi di guerra, questi due aspetti del “vincolo esterno” sono stati costretti a sincronizzarsi nel Blocco Euroatlantico e i fronti della guerra all’interno e della guerra all’esterno si sono unificati. Le conseguenze sul nostro paese le stiamo vedendo ormai chiaramente: odioso aumento delle disuguaglianze sociali, economia di guerra, militarismo, liquidazione della democrazia rappresentativa, devastazione ambientale, regressione civile e ideologica.
In sostanza l’avventurismo delle classi dirigenti sta riportando il paese alla rovina. Diventa dunque necessario impedirglielo rimettendo in campo una alternativa complessiva di sistema, quella che noi definiamo come socialismo.

IN PIAZZA PER QUALE DIRITTO?

GIURISTI CONTRO LA REPRESSIONE

assemblea pubblica