Articoli categoria: Solidarietà

COMUNE DI TORINO: BANDO GENERALE PER ASSEGNAZIONI ALLOGGI POPOLARI

Si comunica che in data 13 NOVEMBRE 2023 sarà pubblicato l’elenco provvisorio delle domande di
partecipazione al Bando Generale n. 8, consultabile sul sito della Città di Torino al seguente
link  http://www.comune.torino.it/informacasa/
Al fine di garantire la riservatezza dei dati personali, nell’elenco le domande sono identificate
esclusivamente con un codice univoco.
La Sua domanda è la n. XXXX
In caso di errori Lei potrà, dal 13 NOVEMBRE all’11 DICEMBRE 2023, presentare ricorso per opposizione,
con le seguenti modalità:
–   presso la sede della Divisione E.R.P. in via Orvieto 1/20/A dal lunedì al giovedì dalle ore 8:30 alle 15:30 ed
il venerdì dalle ore 8:30 alle 12:00 previa prenotazione telefonica al n. 011 011 24300 oppure al n. 011 011
24267;
–   via PEC all’indirizzo edilizia.residenzialepubblica.casa@cert.comune.torino.it allegando copia del
documento di identità; non saranno ritenute valide le domande inviate ad altro indirizzo o recanti la data di
invio successiva alle ore 23:59 dell’11 dicembre 2023;
–   per posta con Raccomandata AR, esclusivamente all’indirizzo: Città di Torino – Divisione E.R.P. Ufficio
Bando generale – Via Orvieto 1/20/A 10149 Torino; non saranno ritenute valide le domande inviate ad altro
indirizzo o recanti la data di spedizione successiva all’11 dicembre 2023.  La Città non assume alcuna
responsabilità per la dispersione di comunicazioni dipendenti da inesatta indicazione del recapito né per
eventuali disguidi postali o comunque imputabili a fatto di terzi, caso fortuito o forza maggiore.
Il modello dell’istanza di reclamo potrà essere scaricato dal sito della Città di
Torino www.comune.torino.it/informacasa e sarà in distribuzione in via Orvieto 1/20/A.
Non saranno ammesse istanze di reclamo presentate con contenuti diversi dal modello proposto o inviate
in un periodo differente.
In data 15 MARZO 2024 verrà pubblicato con le stesse modalità l’elenco definitivo con l’esito di tutte le
opposizioni presentate e delle correzioni d’ufficio.  Al riguardo si precisa che, nelle more della decisione del
Tribunale di Torino in merito all’azione civile presentata dall’Associazione degli studi giuridici
sull’immigrazione (ASGI) contro la Regione Piemonte e la Città di Torino, i partecipanti al Bando Generale n.
8 sono stati tutti ammessi nell’elenco provvisorio a prescindere dal possesso del requisito di legittimità
relativo ai 5 anni di residenza o attività lavorativa nel territorio regionale con almeno 3 anni, anche non
continuativi, a Torino.
Si comunica sin d’ora che la Città avvierà nel 2024 le istruttorie per il primo gruppo di domande riportanti
il punteggio più elevato ossia pari o superiore a 12 punti. Nel corso dell’anno 2024, secondo un calendario e
con modalità che saranno comunicate successivamente al 15 marzo 2024 (pubblicazione dell’elenco
definitivo), sarà possibile segnalare variazioni delle condizioni dichiarate in domanda intervenute dopo la
presentazione della domanda stessa.

Gennaio 2024 una nuova risorsa per il quartiere Parella

Nel 2018 Volerelaluna ha riaperto al quartiere la palazzina e la sala polivalente di via Trivero 16 per un’affascinante avventura di convivialità, crescita culturale, solidarietà e sostegno a chi non ce la fa.
Così sono nati sportelli di consulenza gratuita su salute, problemi legali e casa, interventi di sostegno alimentare a famiglie in difficoltà, seminar i di studio, conferenze e presentazione di libri, mostre d’arte e fotografia, proiezione di film, eventi musicali, culturali e teatrali e tanto altro.
Presto ci siamo accorti che i vecchi locali erano insufficienti.
Allora, avvalendoci dei contributi statali, abbiamo avviato insieme a Architetture Senza Frontiere Piemonte un progetto per una completa ristrutturazione e riqualificazione energetica con materiali naturali che si concluderà a gennaio 2024.
Questo risultato è reso possibile anche grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito  dell’iniziativa “benEfficientiamo – Riqualificazione energetica per il sociale”, in collaborazione con Fratello Sole Energie Solidali.
Il progetto è ambizioso: un ristorante sociale, un’aula studio, sportelli di consulenza potenziati, una biblioteca tematica, degli orti urbani, una sala in grado di ospitare 80 persone e via seguitando.

Il tutto con materiali naturali e rispettosi dell’ambiente. Per fare di via Trivero 16 un luogo di riferimento e una casa per donne e uomini, associazioni e movimenti.

GKN-campagna di azionariato popolare fra le realtà solidali italiane e internazionali-fondata la cooperativa GFF

La seconda fase di equity crowdfunding partirà nell’autunno inoltrato e verrà lanciata in collaborazione con una piattaforma specializzata. Nel frattempo, la cooperativa ha deciso di far partire una campagna di azionariato popolare fra le realtà solidali italiane e internazionali: oltre a realtà dotate di risorse da investire nella cooperativa, ci sono realtà più piccole come la nostra che possono:

  1. chiedere ai loro attivisti/e e alla loro rete di contatti locali di segnalare quanto sarebbero singolarmente disposti a investire nella cooperativa;
  2. comunicare alla cooperativa GFF l’ammontare complessivo delle azioni ordinate per l’inizio di settembre.

 

Nelle slide in allegato trovate tutti i dettagli relativi al ritorno sugli investimenti dei/lle solidali con durata minima di quattro anni (e un rendimento minimo tarato sui buoni fruttiferi a 3 anni). Intanto tenete presente che:

si può diventare soci/e finanziatori/trici acquistando almeno 5 azioni da 100 euro, per un costo complessivo di 500 euro: vi prego di comunicarmi in privato entro e non oltre l’inizio di settembre se e quanto vorreste investire, in modo tale che possa aiutarvi a compilare la domanda di ammissione a socio/a finanziatore/trice da  inviare al Cda della coop e, soprattutto, che possa comunicare  in tempi utili una stima delle azioni che saremo in grado di far sottoscrivere.

se qualcuno volesse investire anche solo 100 euro o, in ogni caso, meno di 500 euro, nessun problema: può comunicarmelo privatamente, provvederò ad aggregare la sua disponibilità con quella di altre quote inferiori a 500 euro e a prenotare un unico pacchetto di azioni (gli azionisti in tal caso dovranno eleggere un loro rappresentante per i rapporti con l’assemblea degli azionisti della coop).

 

Dopo che sarà stata accolta la domanda di adesione in qualità di finanziatori/trici, neanche 1 euro potrà e dovrà essere versato, fino a che non avremo ottenuto tutte le garanzie necessarie all’avvio della reindustrializzazione (Certificazione celle fotovoltaico, garanzie bancarie emesse dalla Regione Toscana, attivazione cassa dal 2024, copertura del fabbisogno finanziario da parte di istituti di credito: trovate tutti i dettagli qui di seguito).

 

 

A tal proposito, ecco gli aggiornamenti promessi sul quadro generale della vertenza e della reindustrializzazione dell’ex GKN:

– è stata fondata la cooperativa GFF: 2 (Leo e Romolo) dei 4 soci finanziatori a cui i lavoratori e le lavoratrici hanno chiesto di fondare la cooperativa sono di Comunet-Officine Corsare per il lavoro svolto in questi mesi);

– mentre siamo in attesa della nuova certificazione delle celle per la produzione di fotovoltaico, procede il progetto cargo-bike (a fine settembre verrà organizzata una convention internazionale sulla mobilità ecologica proprio a Campi Bisenzio);

– è stato ultimato il censimento delle macchine in fabbrica e analizzata nel dettaglio la valutazione delle stesse da parte della proprietà grazie alle competenze solidali che abbiamo attivato a Torino (Loredana, la madre di Battaglini, che era scesa giù con noi al corteo del 25 marzo scorso);

– è in fase di definizione il protocollo di intesa con investitori (istituzionali e non), che a breve dovrebbe consentirci di avere la potenza di fuoco finanziaria necessaria a:

1) chiedere alla Regione di certificare per iscritto 1.1 l’emissione di garanzie bancarie per il mutuo industriale da accendere per coprire il fabbisogno finanziario del progetto di reindustrializzazione e 1.2 la cassa di formazione da attivare dal 2024 durante l’anno di messa a terra delle nuove macchine; 1.3 dettagli e approfondimenti sul nuovo acquirente dello stabilimento (Abaco) e sulla compatibilità fra l’attività che verrebbe avviata e il progetto di condominio industriale che avevamo lanciato lo scorso dicembre 2022 in Regione, nel quale dovrebbero essere compresi anche i progetti di reindustrializzazione che abbiamo elaborato in questi mesi;

2) chiedere alla start up italo tedesca di fornire approfondimenti e documentazioni ulteriori per avere la massima garanzia possibile dell’affidabilità tecnico-industriale del prodotto, a seguito della nuova certificazione celle e del lavoro svolto dal sottogruppo del comitato tecnico-scientifico che abbiamo creato per svolgere in autonomia il lavoro di approfondimento che avrebbero dovuto svolgere soggetti e istituzioni dotati di risorse e competenze pagate;

– la proprietà si sta preparando al colpo di coda finale: a fine dicembre scadrà la cassa straordinaria e retroattiva attivata a favore di una società in liquidazione (QF) con decreto governativo lo scorso aprile (i lavoratori hanno ricevuto parte degli stipendi arretrati solo ora) e la presunta intenzione è quella di sgomberare la fabbrica minacciando i lavoratori di ripercussioni legali “per aver impedito la reindustrializzazione” (in allegato trovate due articoli con narrazioni contrapposte da cui traspaiono queste mire della proprietà). Mentre in autunno cercheremo di mettere a terra la reindustrializzazione, assisteremo probabilmente al peggio del peggio di cui questo paese è capace, pur di evitare che accada quello che ci stiamo cercando di far accadere: la proprietà vuole infatti vendere le macchine, anche senza che ne entrino di nuove per la ripartenza dello stabilimento.

– nel primo we di novembre a Campi convergeranno realtà nazionali e internazionali (festival di Banca Etica, assemblea nazionale di Fuori Mercato-ContadinAzioni, ARCI, Cooperative della Rete Italiana delle imprese recuperate e del network internazionale di imprese recuperate afferenti al circuito dell’economia solidale coordinato da Rimaflow per l’Italia, Rete del mutualismo che si vedrà a metà ottobre a PInerolo al termine della carovana, la rete internazionale di Democratizing Work) per una tre giorni di dibattiti, interventi e tentativi di sintesi. Abbiamo chiesto a ciascuna di queste realtà di rinunciare al monopolio della narrazione e di una “propria” data del calendario, di condividere il programma, di fare un passo indietro singolarmente per farne tre avanti insieme: il risultato è che, per una volta, ci si è resi conto che il calendario è fatto di 365 giorni e che se vogliamo davvero provare a portare a casa qualcosa delle singole battaglie che ogni realtà e rete sta portando avanti, dobbiamo giocoforza iniziare a programmare sinergicamente anche le date del calendario. (Se vogliamo vincere, dobbiamo capire anche quando provare a farlo insieme).

“Senza casa, senza futuro”: gli studenti in lotta contro il caro affitti e per il diritto alla casa – di Giustino Scotto D’Aniello

Milano, Roma, Cagliari, e adesso anche Torino, Firenze, Pavia. Una protesta degli studenti contro il caro affitti che si sta allargando a molte città d’Italia, e che questa volta si realizza con una modalità particolare: piazzare una tenda di fronte all’università e mettersi a dormire lì, per portare all’attenzione il problema dell’emergenza abitativa che colpisce sempre più duro. Lo slogan è: “Senza casa, senza futuro” (“Valigia Blu”,12 maggio 2023.). Sintesi perfetta del mancato accesso al diritto alla casa.
La prima a farlo è stata la studentessa Ilaria Lamera, che il 4 maggio ha piantato la sua tenda fuori dal Politecnico di Milano: “I costi di Milano non permettono a studenti con famiglie normali alle spalle di prendere stanze in affitto”, ha detto in un’intervista a Repubblica. “Io avevo trovato singole da 700 euro spese escluse, non potevo permettermele”.

In Italia, nel 2022 risultavano esserci poco meno di 600 mila universitari che studiano in una provincia diversa da quella di residenza, ovvero poco meno di un terzo degli studenti universitari complessivi, contro una media europea di due terzi. Il numero di alloggi pubblici però è ancora troppo basso: in Italia arriva poco sopra i 50mila, meno di un terzo rispetto a Francia e Germania, rispondendo solamente a circa il 20% della domanda potenziale. Una ricerca di Eurostudent mostra che nel nostro Paese solo il 5% degli studenti universitari vive in uno studentato pubblico, contro una media europea del 18%.
La carenza di una efficace rete alloggiativa pubblica favorisce i fenomeni speculativi del mercato locatizio nelle “città universitarie”. L’ultima rilevazione di “Scenari Immobiliari” sul primo trimestre 2023 mostra che, a Milano, il costo medio per una singola ha raggiunto gli 810 euro al mese. Seguono Roma con 630 euro, Venezia (580), Firenze (570) e Bologna (530). Poco sotto i 500 euro si trovano Torino, Verona e Padova (480 euro al mese in media per una stanza). Tutto ciò si rivela determinante per l’aggravarsi del fenomeno dell’abbandono del percorso degli studi. A tal riguardo, è importante evidenziare quanto riportato dal “Corriere Univ” il 28 febbraio 2022: “Il nostro Paese deve colmare il divario del numero degli studenti universitari: in Europa, sono complessivamente 17,5 milioni, con la Germania che vanta un 17,9 % di laureati, seguita dalla Francia (15 %) e dalla Spagna (11,7 %). L’Italia e la Polonia, invece, sono in fondo alle classifiche europee con percentuali del 10,8% e dell’8,5%. Solo il 17 % della nostra popolazione, peraltro, raggiunge un titolo di istruzione universitario, contro il 33% della Francia e il 40,1% del Regno Unito. Va osservato, inoltre, che il declino della spesa in istruzione in Italia è avvenuto in modo più repentino rispetto ai cambiamenti demografici. Se gli investimenti nell’istruzione sono calati del 14%, in rapporto alla ricchezza pro-capite, la popolazione degli studenti si è contratta del 2,3% e questo dimostra che il livello del calo delle risorse investite non è giustificato dal calo delle nascite e del numero degli iscritti”.
Tra i dati consultabili su www.cnvsu.it particolare rilievo hanno quelli relativi al tasso di abbandono. Più di uno studente su dieci abbandona l’università. Al Sud si arriva al 15%: tra il primo e il secondo anno lascia gli studi universitari il 21,3% degli studenti, da un massimo di 31,7% della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali ad un minimo di 2,2% di Medicina e chirurgia.
Federica Laudisa (ricercatrice dell’Ires Piemonte), a proposito dello sbandierato fondo previsto nell’ambito del PNRR, pari a € 660 ml, oggetto di una vergognosa operazione propagandistica del governo Meloni, a tutt’oggi bloccati, afferma: “Manca una clausola per cui, ipotizzo, almeno il 60% dei posti siano concessi agli studenti borsisti fuori sede, a tariffe calmierate. Il problema è che non c’è una clausola che imponga agli operatori privati di assegnare posti agli studenti che appartengono a famiglie non avvantaggiate economicamente. O saranno apportati correttivi, oppure non si comprende la ragione per cui il fondo è dato ai privati che già investono nel settore. Dovrebbero essere finanziati gli operatori privati se il pubblico ne ha un vantaggio. Ma se non c’è un “ritorno pubblico”, non se ne comprendono le ragioni.” (Il Manifesto, 17 maggio 2023).
Si ripropone in modo determinante il ruolo del sistema pubblico, a fronte di un mercato immobiliare che acuisce le contraddizioni di classe emerse in modo dirompente in periodo di pandemia nel sistema formativo italiano e nella struttura urbana delle città. Sempre più si estendono i processi di privatizzazione delle città.
A tal proposito, un esempio per tutti riguardante la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) che ha dato vita, all’interno della propria struttura al CDPRealAsset sgr, il polo dedicato alle attività di fund e asset management nei settori immobiliare e infrastrutturale del gruppo CDP.
Obiettivo nei prossimi 3 anni è gestire masse per € 5 mld per investimenti immobiliari e infrastrutturali generali nel Paese pari a 10 mld. Gli assi previsti sono quattro, di cui due afferiscono direttamente alle questioni oggetto del nostro approfondimento, precisamente: 1) Infrastrutture sociali per l’abitare; 2) Valorizzazione immobili ex pubblici.
Molti sono gli interventi nel settore dell’housing sociale e degli studentati, alcuni già realizzati e altri in fase di progettazione, che prevedono una forte integrazione con gruppi finanziari che sono attivi nel mercato immobiliare nazionale ed internazionale.
Inflazione, caro bollette, calo del potere d’acquisto dei salari. E mancanza di alloggi a prezzo accessibile, non solo per gli studenti. Sono questi gli ingredienti dell’emergenza abitativa, che si conferma sempre più come fenomeno strutturale, che si sta verificando oggi in Italia: sono sempre di più le famiglie sotto la soglia di povertà, sotto sfratto o in attesa di una casa popolare.
Negli ultimi anni, trovare un’abitazione in affitto è sempre più difficile: la domanda cresce mentre l’offerta fatica a tenere il passo, anche a causa dell’aumento degli affitti turistici e della finanziarizzazione del mercato immobiliare. Soprattutto nelle grandi città, i prezzi sono sempre più alti, spesso non giustificati dallo stato degli immobili. Nel frattempo, nel nostro Paese manca ancora un piano casa strutturato, con politiche in grado di rispondere alle necessità delle persone e ai problemi dei centri storici.
La domanda che sorge spontanea, in merito ai citati 5 mld previsti dalla CDP, è: in questo fondo sono confluiti anche i versamenti effettuati dai lavoratori sino alla fine degli anni ’90, destinati all’ampliamento dell’offerta delle case popolari e alla loro manutenzione, di cui negli anni si sono perse le tracce?
Come ci ricorda il movimento “Riprendiamoci il COMUNE”, la CDP gestisce il risparmio postale. Fondata da Cavour nel 1850, aveva lo scopo di finanziari le attività dei Comuni con prestiti a tasso agevolato.
Tutto ciò sino al 2003 quando è stata trasformata in SpA e al suo interno sono entrate le fondazioni bancarie.
In questi giorni è in atto, su iniziativa del citato movimento, una petizione per sostenere una proposta di legge popolare tesa a trasformare la CDP in soggetto di diritto pubblico (analogamente alla sua omologa francese), mettendo nelle disponibilità delle comunità locali 280mld di risparmi postali oggi dirottati su interessi privatistici.
Tutto ciò ha un forte impatto sulle condizioni abitative degli studenti meno abbienti e delle loro famiglie ed entra in rotta di collisione con i principi costituzionali riferiti al diritto allo studio.
Il fenomeno dell’abbandono scolastico e universitario è fortemente correlato alla condizione di classe, negli ultimi tempi si fa riferimento, anche a “sinistra”, al blocco dell’ascensore sociale e al dilagare delle “diseguaglianze sociali”. Due questioni che tendono, di fatto, a ricomporre le contraddizioni di classe nel sistema capitalistico stesso, su cui approfondire una discussione utile ad aprire nuovi orizzonti ai movimenti giovanili in atto in questa fase. Mettere in crisi il sistema “meritocratico” e la logica di mercato che si cela dietro il concetto di “ascensore sociale” è fondamentale per riaprire una nuova stagione di lotta politica e sociale finalizzata all’emancipazione delle classi sociali subalterne e non al protagonismo individuale e/o di gruppi tematici. Ma questa è un’altra storia.

Di: Giustino Scotto d’Aniello, sociologo, esperto di questioni abitative e del territorio.

* l’articolo è stato pubblicato anche su Cumpanis in data 25/05/2023

MONDO CONVENIENZA- REGIONE TOSCANA- PRESIDIO DEI LAVORATORI

Non si affitta a stranierə. Un dialogo tra associazioni sull’emergenza abitativa

𝗜𝗹 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝗯𝗶𝘁𝗮𝗿𝗲 è un diritto di tutt* che viene meno soprattutto per alcune categorie più vulnerabili come migranti, giovani precari o studenti, e la mancanza di soluzioni ha fatto sì che questa situazione sia diventata una vera e propria emergenza. Una casa, assieme al lavoro, sono tra le cose principali che le persone migranti cercano per stabilizzarsi e realizzarsi nel contesto d’arrivo: nella maggior parte dei casi, invece non raggiungendo l’autonomia, la persona rimane dipendente dalle istituzioni o rischia di diventare nsenza dimora. Questo genera nei soggetti una stati emotivi depressivi o immobilità dovuti all’essere legato al mondo del terzo settore assistenzialista.
L’incontro sarà l’occasione per informare la cittadinanza sul tema dell’emergenza abitativa che sta colpendo persone straniere e razzializzate e avrà l’obiettivo di creare uno spazio di confronto e scambio di buone pratiche di rete per fornire dispositivi sociali in grado di far fronte al problema.
Durante la serata sarà proiettato il corto “NON si affitta a stranierə” realizzato dalle associazioni Almaterra e Arteria.
Interverranno:
𝗔𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗔𝗿𝘁𝗲𝗿𝗶𝗮 𝗢𝗻𝗹𝘂𝘀. Nata nel 2005, Arteria è presente da diversi anni sul territorio della Città di Torino con progetti di educativa di strada, animazione interculturale, empowerment e community building, rivolti principalmente ad adolescenti e giovani e concentra le proprie attività nei quartieri di Porta Palazzo, Aurora, Barriera di Milano.
𝗝𝗲𝗮𝗻-𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗔𝗶𝗹𝗹𝗼𝗻 è medico, psicoterapeuta e analista adleriano. PhD in psicologia e antropologia all’Università di Genova. Lavora da circa 10 anni al Centro Frantz Fanon. Portavoce rete sostenibilità e salute e attivista nel movimento per la decrescita felice.
𝗩𝗼𝗹𝗲𝗿𝗲 𝗟𝗮 𝗟𝘂𝗻𝗮. Nata nella primavera del 2018, l’associazione ha una dimensione nazionale con un forte radicamento a Torino, dove, nella sede di via Trivero 16, sono in funzione sportelli di consulenza gratuita in ambito legale, sanitario e sulla questione casa, gestiti con la collaborazione di avvocati, medici ed altri esperti.
𝗥𝗲𝗳𝘂𝗴𝗲𝗲𝘀 𝘄𝗲𝗹𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 (𝗥𝗪𝗜) nasce nel 2015 come capitolo italiano di un network internazionale fondato in Germania e a Torino prende piede nel 2016. L’obiettivo dell’associazione è promuovere l’inclusione sociale delle persone rifugiate e titolari di altra forma di protezione attraverso la mobilitazione della società civile. Favorire l’incontro e la conoscenza reciproca, per superare paure, stereotipi e pregiudizi e contribuire e creare una società più inclusiva e vitale.
𝗔𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗤𝘂𝗼𝗿𝗲 è un’organizzazione di promozione sociale di attività rivolte alle persone LGBTQI. Nasce nel 2007 a Torino e svolge le sue attività sul territorio torinese e regionale con iniziative, campagne di sensibilizzazione e progetti a lungo termine per il raggiungimento di una società inclusiva e rispettosa dei diritti individuali delle persone.
Modera l’incontro Marco Anselmi referente sportello “Il Muretto”, servizio rivolto alle persone migranti di ogni età, alle seconde e terze generazioni e agli operatori sociali per la tutela dei diritti, l’inclusione sociale e l’accesso ai servizi attraverso un sistema di comunicazione volto a fornire informazioni su questioni legali e sull’esercizio di diritti fondamentali: lavoro, alloggio, cittadinanza, salute e istruzione.
L’evento è organizzato all’interno di 𝗜 𝗠𝘂𝗿𝗮𝘇𝘇𝗶 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁*, un progetto di animazione culturale nella Circoscrizione 1 del Comune di Torino, finanziato nell’ambito della risposta dell’Unione Europea alla pandemia di COVID-19.”
Inoltre, l’evento fa parte di una serie di iniziative sui temi della marginalità e dell’esclusione sociale ideata per indagare in particolare il vissuto delle persone migranti. La costruzione di questo percorso si inserisce all’interno di 𝗢𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗙𝗼𝗼𝗱𝗶𝗻𝗴, progetto di Arci Torino che si innesta sulla rete creata dal 2018 a partire dalle attività di contrasto alla povertà alimentare, con l’obiettivo di affiancare alla dimensione solidale la presenza di servizi di welfare di prossimità, in grado di sostenere persone in una condizione di povertà, di intercettare situazioni di vulnerabilità socio-economica prima che si cronicizzino, di orientare gli utenti rispetto alle risorse presenti sul territorio, di facilitare l’accesso alle misure messe a disposizione dal pubblico e dal privato sociale e di promuovere il loro coinvolgimento attivo nel progetto.
𝗣𝗮𝗿𝗹𝗮𝗻𝗼 𝗶 𝗠𝘂𝗿𝗶 è la rassegna di presentazione libri, dibattiti e riflessioni organizzata da Magazzino sul Po. Parlano i Muri è uno spazio che vuole restituire ai Murazzi nuove parole, narrazioni e immaginari che ne superino il mito e li rendano vivi, attuali ed attraversabili da tuttə.
L’evento è patrocinato dal 𝗰𝗼𝗼𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗧𝗼𝗿𝗶𝗻𝗼 𝗣𝗿𝗶𝗱𝗲

Documento sul dl Cutro dei sindaci preoccupati sull’accoglienza dei migranti.

ROMA, 16 APR –

“Come sindaci, come amministratori, come cittadini che quotidianamente si impegnano nei territori per cercare di garantire le migliori risposte alle criticità che le nostre Comunità esplicitano, siamo molto preoccupati per le proposte in discussione relative alle modifiche all’unico sistema di accoglienza migranti effettivamente pubblico, strutturato, non emergenziale che abbiamo in Italia”.

Lo affermano in un documento congiunto sul Dl Cutro i sindaci di Roma Roberto Gualtieri, di Milano Beppe Sala, di Napoli Gaetano Manfredi, di Torino Stefano Lo Russo, di Bologna Matteo Lepore, di Firenze Dario Nardella, che danno anche delle proposte concrete.

La preoccupazione delle città è massima a fronte di emendamenti proposti da alcuni partiti al DL 591 dopo le tante evidenze a cui il nostro ordinamento ha dovuto porre rimedio in questi anni. Non bisogna ragionare in ottica emergenziale – scrivono i sindaci – ed è secondo noi sbagliato immaginare l’esclusione dei richiedenti asilo dal Sai, precludendo loro qualunque percorso di integrazione e una reale possibilità di inclusione ed emancipazione nelle nostre comunità. Non condividiamo la cancellazione della protezione speciale, misura presente in quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale, mentre circa il 50% dei migranti presenta vulnerabilità ed è in parte significativa costituito da nuclei familiari. Queste scelte, qualora adottate, non potrebbero che procurare infatti una costante lesione dei diritti individuali e innumerevoli difficoltà che le nostre comunità hanno già dovuto affrontare negli anni scorsi, a fronte di un importante aumento di cittadini stranieri condannati appunto all’invisibilità.

Non condividiamo la cancellazione della protezione speciale, misura presente in quasi tutti i Paesi dell’Europa occidentale, mentre circa il 50% dei migranti presenta vulnerabilità ed è in parte significativa costituito da nuclei familiari. Queste scelte- spiegano i sindaci– qualora adottate, non potrebbero che procurare infatti una costante lesione dei diritti individuali e innumerevoli difficoltà che le nostre comunità hanno già dovuto affrontare negli anni scorsi, a fronte di un importante aumento di cittadini stranieri condannati appunto all’invisibilità. Tutto questo mentre il sistema dei Cas, mai uscito da un assetto emergenziale, è saturo e purtroppo inadeguato ad accogliere già oggi chi proviene dai flussi della rotta mediterranea come da quella balcanica. Insufficiente, sia per numeri sia per le modalità d’accoglienza sia per i servizi di accompagnamento, protezione ed inclusione, assenti. E in questo quadro occorre ripensare anche il sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati cui occorre applicare logiche distributive che evitino la concentrazione nelle sole grandi città.

Le nostre città sono infatti impegnate già oggi, spesso con sforzi oltre i propri limiti e frequentemente oltre le proprie funzioni e competenze, a porre rimedio con risorse proprie alle manchevolezze di un sistema nazionale adeguato. La soppressione della possibilità di costruire un unico sistema di accoglienza pubblico, trasparente e professionale (come il Sai), garantendo percorsi dignitosi e tutelanti anche per le persone richiedenti protezione internazionale, non può comportare la nascita di nuovi grandi centri di accoglienza o detenzione nei nostri territori. La storia degli ultimi vent’anni di accoglienza in Italia dimostra chiaramente come modelli emergenziali, con standard qualitativi minimi e volti al mero ‘vitto e alloggio’- continuano i primi cittadini– abbiano procurato ferite enormi nelle nostre comunità e non abbiano garantito diritti esigibili alla popolazione rifugiata. E soprattutto abbiano fallito processi di inclusione efficaci e duraturi”.

LE PROPOSTE DEI SINDACI

Di seguito, le proposte riportate dai sindaci nel documento congiunto:

“sia rinforzata l’unitarietà del Sistema di Accoglienza italiano, valorizzando l’esperienza virtuosa del Sai, ovvero supportando attivamente la rete dei Comuni che quotidianamente affrontano in prima persona le sfide che i movimenti migratori in ingresso sottopongono ai nostri servizi, ai nostri territori e alle nostre comunità. Con un solo obiettivo: garantire percorsi di effettiva inclusione e tutela compatibili con i territori, evitando grandi centri di accoglienza, senza servizi e senza tutele, per tutti. Il Sai rimanga accessibile a richiedenti protezione e rifugiati. I Cas vengano trasformati in hub di prima accoglienza, dedicati alle procedure di identificazione e di screening sanitario per poi procedere a trasferimenti rapidi nel sistema di seconda accoglienza e inclusione, appunto il Sai. Vengano ripristinati i criteri di riparto che il Piano nazionale di accoglienza aveva indicato. In assenza di azioni positive mirate o, peggio, con azioni sbagliate, le ricadute saranno infatti l’irregolarità diffusa o lunghi percorsi di ricorsi giudiziari che paralizzeranno le vite di molte persone inabilitandole e rendendole facili prede del lavoro nero, che invece non manca.

Infine, come Amministrazioni locali, auspichiamo che ancora una volta l’Italia non si contraddistingua per una regressione relativa al sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati: da troppi anni questo tema necessita di una riforma importante e strutturale, che miri ad un equilibrio nazionale del sistema di accoglienza imprescindibile dal coinvolgimento dei Comuni e dagli obiettivi di inclusione, protezione e con una diffusione omogenea a livello nazionale. Siamo convinti, insieme ad altre voci autorevoli, che dopo circa vent’anni e anche alla luce di alcuni temi di strutturale cambiamento demografico e sociale non si debba continuare a parlare di emergenza e che proprio in questo momento occorra la lungimiranza di aprire una discussione per scegliere una via legale all’immigrazione e alla regolarizzazione degli immigrati già presenti in Italia, anche attraverso il ricorso allo ius scholae, premessa a comunità solidali, capaci di proporre percorsi di vera emancipazione e autonomia alle persone nel pieno interesse del nostro Paese”.

Roberto Gualtieri, Matteo Lepore, Stefano Lorusso, Gaetano Manfredi, Dario Nardella, Giuseppe Sala.

SERATA BENEFIT EX-GKN 15R APRILE

SOLIDARIETÀ IMMEDIATA ALLE VITTIME DEL TERREMOTO! Sostieni la Mezzaluna Rossa del Kurdistan, dona subito!

 

 

 Comitato Arci Torino / Arci Nazionale  13-02-2023

Solidarietà immediata dell’Arci per le vittime del terremoto in Turchia e Siria.

Alle 04:17 di lunedì 6 febbraio una scossa di terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito il Sud Turchia, il Kurdistan turco e il nord della Siria.
Ci sono migliaia di morti e feriti fra i due paesi, e il numero continua ad aumentare.
Una apocalisse, che colpisce una regione già martoriata dalla guerra, dai conflitti, dalla violazione dei diritti umani, da esodi di profughз e sfollatз.
Non possiamo fare molto, ma crediamo comunque necessario indicare una azione concreta e immediata allз nostrз sociз, alle nostre comunità, alle persone.

Vi invitiamo a diffondere la richiesta di versare contributi alla

MEZZALUNA ROSSA KURDISTAN ITALIA

donazione immediata su PayPal

bonifico bancario su c/c:
BANCA ETICA
Conto: 16990236
Intestato a:
MEZZALUNA ROSSA KURDISTAN ITALIA
IBAN: IT53 R050 1802 8000 0001 6990 236

Causale: Terremoto

La Mezzaluna Rossa Kurda fa un enorme lavoro umanitario e in queste ore sta svolgendo un ruolo essenziale in una vastissima area fra quelle colpite dal terremoto. Abbiamo con loro relazioni antiche, e solide.

Il terremoto ha colpito paesi e regioni diverse, e divise da conflitti. Sono aree dove l’Arci e l’Arcs, sia a livello locale che nazionale, hanno molte relazioni, partnership e progetti. Nelle fasi successive alla primissima emergenza, sosterremo insieme ad Arcs progetti in tutte le aree colpite.