“EPITAFFIO” DI PIERGIORGIO LONGATO
Epitaffio*
L’eterno riposo
allo Stato ch’è nato
dalla Resistenza
ed ora agonizza
stremato e umiliato
dal dio Mercato.
Riposi in pace.
Una prece.
Ei fu. Mai così immobile
data la mortal deriva
giace la spoglia immemore
dell’epopea salvifica
che democrazia portò
al prezzo smisurato
del sangue versato
da valenti indomiti
per il sommo èmpito
di pace e libertà.
Ei fu. Un dì dal Parlamento,
procellosa e trepida,
sgorgò d’un gran disegno
la gioia e l’ansia ardita
di cambiar le regole
(col pensiero al regno)
all’elettoral partita
così d’avere un premio
ch’era follia sperar …
Ma quali bachi ascosi
tenea in sé quel premio
che la Suprema Corte
a raffica affossò?
Premi di maggioranza,
liste di nominati,
artifizi ben approntati
per falsar rappresentanza
e piu’ vasta orma stampar
imperitura sull’altar
Ei fu. Poi nientemeno
sull’italico stivale
apparve l’uom fatale,
strale a ciel sereno:
è l’uovo del serpente,
intriso d’arroganza,
superbia e tracotanza,
che a piè sospinto mente
su mafie e loschi affari
masson-postribolari.
Eppur non tutto ei provò:
la gloria ed il periglio
ma non ancor l’esiglio
né le sbarre assaggiò.
Del Signor l’Unto ei si nomò:
e l’Italia attonita
e muta al nunzio restò…
ma poi svariate volte
nell’urna lo votò
ed a Palazzo Chigi …
gaudente ritornò!
Ei fu. Nui chiniam la fronte
in riva al Mare Nostrum
ove di tanta speme
è affondato il rantolo
trascinando seco
i vuoti e bolsi moniti
che sempiterni calano
da immeritati scranni
colpevolmente avulsi
dal testo fondativo
che senza dubbio alcuno
scolpisce nella pietra
che se sul capo al naufrago
l’onda s’avvolve e pesa
con fraterno afflato
e pietà profonda
s’affrettano le prode
il misero a salvar;
e sia bestemmia infame
la cella al salvator!
Ei fu. L’anno passato
a COVID imperante,
quasi in un istante,
è stato esautorato
l’organo sovrano:
con un colpo di mano?
Congiura di Palazzo
di un fiorentino pazzo?
Cambio di potere
all’ombra di un banchiere?
Ci fu codardo oltraggio
(al popolo votante)?
O solo servo encomio
(al Mercato imperante)?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Usi ad obbedir tacendo
chinammo nui la fronte
non al Massimo Fattor
ma al terrestre Miglior
che da piu’ superba altezza
il gregge pasce e svezza …
E cadde a tanto strazio
lo spirto de’ nostri tempi
sì vuoti, tristi ed empi
da pagar fio e dazio
pei secoli a venir
(cosa assai trista a dir …)
Venga una man dal cielo
che provvida e pietosa
dalle stanche ceneri
in piu’ spirabil aere
l’anime nostre rechi.
*Nota.
Il linguaggio, lo stile e -in parte – la metrica ricalcano la celebre ode manzoniana (detto piu’ volgarmente: scopiazzano): con tutta evidenza si tratta di un escamotage, spero compreso e non irriso, per veicolare contenuti tutt’altro che goliardici o spensierati.
Piergiorgio Longato è tra i soci fondatori di “Volere la luna”, fino all’anno scorso responsabile di una Biblioteca civica nell’area metropolitana torinese. Dagli anni ’70 del secolo scorso impegnato nelle lotte ambientaliste, antinucleari e pacifiste.