La liberazione di Torino 18-27 aprile 1945
http://https://www.youtube.com/watch?v=PTXqkOcDy54
Alle 9 del mattino del 18 aprile 1945 la città di Torino si trova paralizzata a causa di uno sciopero generale che registra un’altissima adesione da parte dei lavoratori.
Lo sciopero del 18 aprile 1945 fu l’ultima manifestazione del conflitto sociale nel Piemonte occupato dai tedeschi. Con il passo successivo, l’occupazione delle fabbriche il 25 aprile, prese avvio un conflitto non più sociale ma politico-militare. Lo sciopero del 18 è definito preinsurrezionale poiché fu il test necessario per verificare se l’insurrezione, che presentava notevoli incognite, poteva trovare il consenso di parti rilevanti della società, in primo luogo del mondo del lavoro. Lo sciopero, voluto e promosso dalle componenti politiche di sinistra, ottenne l’appoggio di tutte le forze del Cln.
Un tram guidato da fascisti volontari improvvisati deraglia a Torino il 18 aprile 1945
Per ovvie ragioni ebbe il suo cuore nel capoluogo della regione, ma trovò un’estensione in tutti i centri piemontesi con una presenza significativa di fabbriche.
Il 20 aprile il Comitato militare piemontese mette in stato d’allerta tutte le formazioni, siano cittadine o foranee.
Quattro giorni dopo, la sera del 24 aprile 1945, il Comitato di liberazione nazionale (Cln) dà ordine di attuare il piano per l’insurrezione, (Aldo dice 26×1…) elaborato già nell’autunno precedente e modificato più volte nei mesi successivi. L’obiettivo è liberare la città prima dell’arrivo degli Alleati, impedendo contestualmente la ritirata delle truppe tedesche e repubblichine e la distruzione degli impianti produttivi e delle infrastrutture nel corso del ripiegamento.
La lettera col messaggio Aldo dice 26×1 inviato dal CLN a tutti i gruppi partigiani piemontesi
Il 26 aprile le brigate partigiane raggiungono le posizioni stabilite per l’attacco, che tuttavia viene rimandato al giorno successivo a causa di alcuni contrasti tra il Cln regionale e il capo delle missioni alleate in Piemonte.
Nel pomeriggio del 27 aprile iniziano gli scontri a fuoco, con i partigiani che occupano rapidamente alcuni stabilimenti della Fiat (Mirafiori, Lingotto, Aeronautica) e si uniscono alle squadre interne di operai. Il continuo afflusso di uomini provenienti da fuori città rende vana la difesa tedesca e repubblichina, che si avvale anche dell’uso di una ventina di carri armati, spostati da una zona strategica all’altra nel tentativo di bloccare l’avanzata degli insorti. Il generale Ernst Schlemmer, comandante responsabile della piazza di Torino, apre i negoziati con il Cln (mediati dalla curia) per la resa delle truppe tedesche, ma nel frattempo organizza la ritirata dei suoi soldati, che infatti riescono nottetempo ad aprire un varco tra le linee partigiane e a ripiegare verso Chivasso.
Schema dell’ingresso delle forze partigiane in città il 27 aprile 1945
La mattina del 28 aprile Torino è liberata e il Cln ne assume la piena amministrazione, mantenendola fino al 9 maggio (le prime avanguardie alleate arriveranno in città il 1o maggio, mentre la giunta militare angloamericana sarà operativa una settimana dopo). Per quanto l’area urbana sia sgombra, la presenza militare tedesca persisterà per alcuni giorni in varie aree limitrofe, comportando una serie di razzie ed eccidi (in particolare a Grugliasco e Santhià) e di azioni criminali di cecchinaggio portate a compimento da irriducibili repubblichini che presero a sparare sui civili inermi dai tetti e dagli abbaini. Sotto i colpi dei cecchini caddero uomini, donne e bambini. Questo surplus di violenza gratuita, assolutamente inutile ai fini del conflitto, diede la dimensione della totale estraneità, del feroce disprezzo dimostrati dai fascisti rispetto ai torinesi e acuì ancor più la rabbia popolare accumulatasi in 20 mesi di sofferenze, contribuendo alle reazioni dei giorni successivi.
Nelle giornate comprese tra il 26 e il 30 aprile 1945, secondo le fonti della Croce Rossa, gli scontri armati, il cecchinaggio, le esecuzioni, provocarono in città oltre 800 morti e circa 1000 feriti e continuarono sino alla resa definitiva della Germania, il 2 maggio 1945.
I partigiani entrano in Via Roma la mattina del 28 aprile.
estratti da: il Piemonte nella guerra e nella Resistenza: la società civile a cura del Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione