Sciopero Globale Per Il Clima – Torino, 24 Settembre 2021, di: Ines Gobetti – Monica Quirico

Il 24 settembre a Torino, come in tutto il mondo, sono scese in piazza 10 milioni di persone per il primo sciopero globale dopo la pandemia. Siamo tornatə a manifestare con tutta l’energia, l’amore e la rabbia che avevamo accumulato in questi mesi di azioni digitali.

Lo slogan era “uproot the system”, sradichiamo il sistema. Il problema che è alla base della crisi climatica e ambientale infatti è il meccanismo di sfruttamento intrinseco nella nostra società, lo stesso che porta alla discriminazione delle minoranze. Noi giovani eravamo in piazza per dimostrare che un altro mondo è possibile, che tutte le crisi vanno combattute insieme e che bisogna farlo subito.

E il 2021 è l’anno delle opportunità, stiamo uscendo dalla crisi pandemica e ci sono i fondi del PNRR da investire, c’è il G20 ma soprattutto c’è la COP26. Sono passate cinque Conference Of Parties da quella del 2015 in cui sono stati stipulati gli accordi di Parigi, è il momento di dimostrare quali sono le azioni concrete che i governi di tutto il mondo stanno mettendo e metteranno in atto per combattere la crisi climatica.

L’ultimo rapporto dell’IPCC parla chiaro: rimanere sotto l’aumento di 1,5 gradi di temperatura rispetto al periodo preindustriale è ancora possibile ma non c’è più tempo per alcuna esitazione. I governi devono diminuire drasticamente le emissioni attraverso l’uso delle fonti rinnovabili seguendo il principio di giustizia climatica. I paesi e le aziende che sono maggiormente responsabili della crisi in cui ci troviamo dovranno essere i primi ad azzerare le emissioni e simultaneamente fornire sussidi ai paesi del sud del mondo affinché possano portare avanti la transizione ecologica.

Ma pensate davvero che vi ascolteranno? Manifestare serve a qualcosa? Ci chiedono spesso. Di certo l’attenzione relativa alle tematiche ambientali è salita notevolmente negli ultimi due anni, forse senza la mobilitazione sociale che c’è stata grazie a Fridaysforfuture non tutti i partiti si sarebbero sentiti in dovere di inserire la sezione “ambiente” nel loro programma elettorale. Dobbiamo ricordarci che sono la consapevolezza e la pressione della cittadinanza a direzionare le scelte della politica. Per questo motivo non staremo a guardare e non smetteremo di far sentire la nostra voce.

Ines Gobetti

 

Colorata, allegra e insieme risoluta la manifestazione che si è svolta il 24 settembre a Torino nell’ambito dello “Sciopero globale per il clima”; più di 5000 giovani (molti dei quali giovanissimi) hanno sfilato per le vie del centro con striscioni, coreografie animate e tamburi. La sfida storica che le nuove generazioni devono affrontare, hanno detto gli organizzatori, rappresenta una responsabilità e allo stesso tempo un’opportunità. Non c’è più tempo: il sistema – un sistema fondato sul profitto – va cambiato ora, avendo ben chiaro che “la lotta ambientale senza lotta di classe è giardinaggio ”; da qui l’appoggio alle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici in corso e allo sciopero dell’11 ottobre indetto dai sindacati di base.

Non si può pensare di far ricadere l’onere del cambio di paradigma sul singolo: per quanto possa essere eticamente lodevole, modificare i consumi nel senso della sostenibilità non risolve il problema; è l’economia tutta che va trasformata radicalmente.

Non sono mancate le frecciate al ministro per la transizione ecologica, Cingolani. Alcune formazioni politiche non hanno perso l’occasione per esibire i loro simboli e fare campagna elettorale, ma il movimento ha ribadito la sua posizione apartitica.

Tante le bandiere NO TAV

Monica Quirico

 

 

Fotografie di Monica Quirico