Primo Maggio a Torino, 45 anni tra politica e animazione.
Giovedì 21 aprile, alle ore 18, presso la sede di Volere la luna, in Via Trivero 16 a Torino, presentazione del libro
Primo Maggio a Torino, 45 anni tra politica e animazione. Di Piero Gilardi, Carlo Minoli, Pietro Perotti.
Interverranno: Marco Revelli e, in collegamento video, Tomaso Montanari.
I PROTAGONISTI
Piero Gilardi nato a Torino nel 1942, dopo la sua prima esposizione personale Macchine per il futuro (1963), diventa da subito una figura di spicco della scena artistica internazionale. Negli anni 60, irripetibile periodo inquieto, di sconvolgimenti politici e sociali, Gilardi instaura un confronto e un dialogo serrato con gli artisti, europei e americani, che spingono per un ripensamento non solo delle forme ma del mandato dell’arte, e attraversa da protagonista i diversi movimenti emergenti, partecipando attivamente ai primi passi dell’Arte Povera.
A partire dal 1976, nelle manifestazioni di piazza torinesi compaiono, oltre a cartelli e striscioni d’ordinanza, anche delle animazioni raffiguranti caricature di imprenditori e uomini di potere, prima in cartone, poi tridimensionali in cartapesta, infine in gommapiuma, Piero Gilardi ne è l’autore. Quelle memorabili opere nascono in concomitanza con la nascita del Collettivo La Comune di Torino, in base al principio che “il Primo Maggio è soprattutto narrazione”. Il pupazzo di Gianni Agnelli a forma di scheletro, creato in occasione del Primo Maggio 1979, è esposto alla Galleria d’Arte Moderna.
Pietro Perotti è nato a Ghemme (NO) nel 1939. Scultore e scenografo, lavora per 16 anni come operaio a Mirafiori, finché non “licenzia” la Fiat nel quarantennale della Liberazione. Inventa il Carnevale di Ghemme, dedicato agli illustratori di libri per ragazzi, e anima, a Torino, l’ “Officina creativa”. Sull’esperienza delle lotte operaie a Torino realizza due film: “Senzachiederepermesso” (con Pier Milanese) e “Compagni” (con Ruggero Alfano). Si dedica inoltre, insieme all’amico Carlo Minoli (Ghemme, 1954) dipendente delle ferrovie, disegnatore e illustratore, alla produzione di manifesti, volantini, striscioni, grandi giornali murali che vengono affissi all’interno delle fabbriche. I disegni di Carlo Minoli sono il tratto grafico caratteristico delle iniziative dell’Associazione Volere la luna, organizzatrice dell’iniziativa.
Durante i 35 giorni delle lotte contro i licenziamenti alla Fiat, nell’autunno del 1980, Perotti conosce Gilardi, ne diventa amico e collaboratore dopo averlo visto creare in poche ore una grande caricatura di Gianni Agnelli in gommapiuma. In seguito Pietro Perotti interviene nelle più grandi manifestazioni politiche nazionali, diventando in tutto e per tutto presenza autonoma ed inconfondibile.
Le incursioni artistiche di Gilardi e Perotti nelle piazze rappresentano un unicum non solo nel nostro Paese ma anche a livello internazionale, per creatività, per originalità, per tipologia di materiali impiegati. Da 45 anni caratterizzano il Primo Maggio a Torino ma sono presenti anche in tutte le grandi manifestazioni per i diritti sociali, contro la guerra, per la difesa dell’ambiente, per la valorizzazione delle differenze.
Il volume è stato stampato dall’Associazione Vol.To https://www.volontariatotorino.it/
Testi di Livio Pepino
Cura grafica di Roberto Patrucco
Hanno scritto:
TOMASO MONTANARI
……Ed è proprio quello che vediamo nella straordinaria galleria di questo libro: un continuo intreccio tra immagini efficacissime e parole articolate e complesse. Ciò che lo rende unico è la durata nel tempo, ma non solo. Lungo i decenni, Piero Gilardi, Pietro Perotti e poi Carlo Minoli non hanno agito da soli, ma hanno dato forma a sentimenti, propositi, analisi, progetti politici diffusi in una comunità antagonista, co-autrice delle loro opere: alle immagini patinate realizzate impersonalmente dalla propaganda del potere (torinese, nazionale, occidentale), hanno opposto immagini collettive, condivise, personali. Sono, soprattutto, immagini “agite”: dal basso e dal popolo, come in un grande teatro popolare mobile. Come se le facciate dipinte di una città insorgente si mettessero in marcia, ogni primo maggio a Torino……
LIVIO PEPINO
Questo libro nasce nella cultura e nell’agire politico di Volere la luna.
Ma cos’è Volere la luna? È un’associazione che – per dirla con il suo statuto – «si propone quello che può sembrare impossibile a molti, ma che in realtà dovrebbe essere normale: cambiare radicalmente il proprio modo di essere, di pensare, agire, cooperare e aggregarsi, tenendo fermi i valori di riferimento di un solidarismo radicale. Il mondo è cambiato, è ora di cambiare noi stessi. E il nostro modo di stare insieme. A cominciare da tre obiettivi primari: contrastare le diseguaglianze, promuovere ma soprattutto praticare forme di partecipazione solidale, favorire la rinascita di un pensiero libero e critico. Cioè non limitarsi a proclamare i propri valori, ma praticarli concretamente, con azioni positive quotidiane, creazione di occasioni di prossimità, di spazi, anche limitati, di relazione, di strumenti di comunicazione aperti e critici»…
MARCO REVELLI
Il Primo maggio a Torino – in particolare il corteo del Primo maggio a Torino – è sempre stato uno straordinario indicatore della situazione sociale e politica in città e non solo. Una sorta di “memoria di lavoro”, o meglio di “memoria del lavoro”, in cui sono tracciati, con linearità cronologica, fatti e processi. I quali ora possono essere ripercorsi in questo libro davvero prezioso, animati (nel senso di “dotati di anima”, ma anche di corpo: dei loro colori, simboli, forme espressive) grazie alle immagini delle creazioni e istallazioni che – come fa appunto l’arte quando è realmente tale, cioè in presa diretta col suo mondo – indicano di volta in volta il focus. Sottolineano il “tema”. E danno voce a quel comune sentire che si materializza nei fenomeni collettivi finché questi conservano l’energia tipica di ciò che scaturisce dal profondo della società…. Chi li ha vissuti tutti, quei 45 anni e quei Primo maggio, ritroverà molto di se stesso in queste pagine. Chi si affaccia solo ora alle sfide di una società cambiata molto, ma non nei suoi fondamentali di ingiustizia e sfruttamento, troverà stimoli per alimentare il proprio esser contro. Per tutti, il piacere di un confronto con una forma artistica totalmente non alienata.