Tra retorica, giornalismo di regime, speranze e guerre dimenticate
In una situazione in cui chi cerca di ragionare si trova sotto il fuoco incrociato della propaganda mass-mediatica (i mezzi di comunicazione italiani in questi giorni sembrano uffici stampa della NATO) degli ordini di scuderia, della retorica dell’eroismo e del “senza se e senza ma”, della insofferenza contro chi rifiuta il pensiero unico, la messa alla gogna di chi non si allinea (l’atroce articolo di Gianni Riotta sul Corriere di ieri ne è l’esempio più lampante); tre cose tra ieri e oggi mi hanno particolarmente colpito:
la prima è il servizio di Francesca Mannocchi andato in onda ieri sera a Propaganda Live:
https://www.la7.it/propagandalive/video/ucraina-il-reportage-di-francesca-mannocchi-04-03-2022-426905
immagini strazianti di povere case di contadini presso il confine distrutte dai razzi russi in cui una ragazza sfuggita dalla città aveva trovato riparo credendo di mettersi al sicuro: la guerra l’ha inseguita e l’ha trovata in una casa di legno e paglia in mezzo ai campi di patate.
La seconda è l’articolo di Domenico Quirico su La Stampa, che scrive dei giovanissimi soldati russi. Molti di loro con l’inganno si sono trovati costretti ad uccidere, a morire, tanti sono prigionieri; moltissimi credendo di andare a fare esercitazioni in Bielorussia.

La terza sono le parole dei rappresentanti delle associazioni, dei coordinamenti pacifisti e studenteschi alla manifestazione di Roma di oggi 5 marzo, dal cui appello per la pace è scomparso improvvisamente la voce “disarmo” che si sono espresse praticamente all’unanimità contro la scelta di inviare armi in Ucraina. “Le armi di provenienza italiana contribuiranno ad aumentare il numero dei morti e di vittime innocenti e questo è inaccettabile in base all’articolo 11 della nostra Costituzione”.
Per la pari dignità e accoglienza che si devono ai profughi di tutte le guerre, senza discriminazioni di razza, vicinanza geografica, cinica propaganda mediatica.

Foto ADN Kronos
Troppo lontane dai nostri occhi e dalle nostre coscienze per poterci indignare, in tante, quasi tutte, le guerre tuttora in corso, l’Occidente, la NATO, l’ONU, assistono inerti, abbandonano dopo aver promesso aiuto, tradiscono.
Sudan, Etiopia, Burkina Faso, Mali, Niger, Libia, Yemen, Somalia, Mozambico, Nigeria, Afghanistan, Siria, Myanmar, Confine India-Pakistan, Palestina, Confine India – Cina.
I genocidi in corso:Armenia, Kurdistan, Cecenia, Yazidi.
Le guerre per il controllo dell’economia o del mercato della droga come Colombia, Messico, Haiti.
Diego Bettiolo